16 marzo 2012

Se il gatto ha la diarrea

Considerazioni generali
La diarrea è dovuta ad un eccesso di acqua nelle feci. Dal punto di vista fisiopatologico, se ne riconoscono quattro tipi: osmotica, secretoria, da alterazione della permeabilità (essudativa) o da alterazione della motilità. La prima è causata da un aumento dei soluti non assorbiti all’interno del lume gastroenterico, che porta ad un incremento del contenuto di acqua. Questo aumento dei soluti non assorbiti può essere dovuto a iper- alimentazione, maldigestione /malassorbimento (ad esempio in caso di insufficienza del pancreas esocrino o linfangectasia) ed affezioni della mucosa del tenue (ad esempio, in caso di infiammazioni intestinali). La diarrea secretoria è causata da un’eccessiva secrezione di fluidi nel lume gastroenterico. A sua volta, questa può essere dovuta a enterotossine batteriche, agenti agonisti colinergici, acidi biliari deconiugati ed idrossiacidi grassi. L’alterazione della permeabilità è provocata da un processo patologico che danneggia o distrugge la mucosa gastroenterica, portando alla comparsa di una maldigestione, malassorbimento e fuoriuscita di fluidi, elettroliti e particelle di grandi dimensioni nel tratto gastroenterico, con conseguente diarrea. Le alterazioni della permeabilità possono essere causate da ulcere /erosioni (ad esempio , da farmaci antinfiammatori non steroidei ed epatopatie) , infiammazioni (ad esempio in caso di enterite virale o infiammazione intestinale) e processi infiltrativi della mucosa (come nel linfoma). Le alterazioni della motilità esitano nella diarrea perché riducono l’assorbimento dei liquidi diminuendo la durata del periodo di contatto fra l’epitelio intestinale deputato all’assorbimento e il contenuto del viscere (riduzione del tempo di transito gastroenterico). Nella maggior parte dei casi, la causa è rappresentata da un calo della segmentazione ritmica o, molto meno comunemente, da un aumento della peristalsi. Le alterazioni della motilità possono innescare altri meccanismi della diarrea e solo raramente rappresentano il disordine primario responsabile della condizione, come nel caso della sindrome del colon irritabile e della disautonomia. Con la determinazione dei meccanismi fisiopatologici che provocano la diarrea, il veterinario identifica la migliore terapia di sostegno iniziale per il paziente. Classificare la diarrea in base a cronicità, gravità e localizzazione anatomica è per il veterinario clinicamente utile per stabilirne l’eziologia o la causa specifica. Ciò contribuisce ad orientare il veterinario verso il miglior approccio diagnostico iniziale ed inoltre permette di impostare un primo piano terapeutico. La diarrea va distinta in acuta e cronica, grave ma non grave e del tenue o del crasso. Il limite fra una diarrea acuta ed una cronica può essere fissato nella durata di 2-3 settimane. I parametri relativi alla gravità sono la perdita del 10% o più del peso corporeo, la disidratazione del 3-5% o più, il riscontro di significative compromissioni della mucosa (diarrea emorragica), la presenza di gravi disturbi elettrolitici ed una piressia (febbre) superiore a 40 °C. La valutazione dei pazienti con diarrea deve poi proseguire con la verifica delle specifiche malattie considerate probabili sulla base dei criteri precedentemente esposti. L’elenco delle possibili diagnosi differenziali comprende malattie sia gastroenteriche che non gastroenteriche, dal momento che molte malattie metaboliche, neoplastiche ed infettive/ infiammatorie si possono manifestare con segni di interessamento dell’apparato digerente anche se questo non è primariamente coinvolto.
Possibili cause di diarrea
Cause gastroenteriche:
Enterocolite aspecifica
Intolleranza alimentare
Allergia alimentare
Tossine
Malattie infettive (Salmonella, Campylobacter)
Parassitosi (Nematodi, Giardia, Cryptosporidium)
Infiammazioni intestinali
Neoplasie (linfoma, carcinoma ed altre)
Cause non gastroenteriche:
Ipertiroidismo
Insufficienza renale
Insufficienza del pancreas esocrino
Epatopatie
Neoplasie non gastroenteriche
Malattie FeLV/FIV-correlate
Cosa fareSe il gatto beve, mangia, non manifesta altri sintomi preoccupanti ed ha più di 7 mesi, prima di portarlo dal veterinario, provate a somministrargli dei fermenti lattici per 2 volte al giorno (enterogermina perchè priva di aromi ed additivi, mezza fiala al mattino e mezza alla sera) e modificate l'alimentazione che dev'essere il più possibile leggera e a base di carne cruda fresca, può essere utile qualche ora di digiuno. Evitare i cibi industriali (soprattutto le scatolette contenenti salse e sughi) ed i latticini. In caso il gatto abbia meno di 7 mesi e la diarrea sia particolarmente grave e/o associata a vomito ripetuto, consultate immediatamente il veterinario (i gattini si disidtratano in poche ore e ciò può condurli rapidamente a morte). Nel dubbio consultate comunque il veterinario, meglio un consulto in più che un gatto sulla coscienza.

Cosa fa di solito il veterinario
  • Dati di base (esame emocromocitometrico completo, profilo biochimico ed analisi dell’urina): il veterinario effettua una valutazione dei dati analitici di base per verificare l’eventuale presenza di epatopatie (iperbilirubinemia, diminuzione dell’azotemia, aumento di ALT, ALP e GGT e bilirubinuria), nefropatie (aumento dell’azotemia, dell’uremia e della creatininemia con diminuzione del peso specifico dell’urina), segni di ipertiroidismo aumento dei livelli di ALT o ALP, il lieve incremento dell’ematocrito, basso peso specifico dell’urina) e segni di linfoma (occasionale riscontro di linfoblasti circolanti ed anemia). L’enteropatia proteino-disperdente, che può essere dovuta a cause diverse, è un riscontro raro nei gatti con diarrea (ipoalbuminemia, ipoglobulinemia).
  • Esame coprologico: flottazione in solfato di zinco per la ricerca di nematodi e Giardia.
  • Determinazione dei livelli totali di T4: il veterinario dovrebbe eseguire questo test in tutti gatti con più di 10 anni di età che presentano diarrea, per verificare l’eventuale presenza di un ipertiroidismo.
  • Test FIV/FeLV: questi esami non confermano le specifiche malattie, ma sono buoni indicatori della probabilità che siano presenti altre affezioni.
  • Ricerca di Cryptosporidium nelle feci

Nei gatti con diarrea cronica e in quelli con diarrea acuta e grave è indicata un’indagine diagnostica completa. I pazienti colpiti da forme acute non gravi, invece, possono essere trattati con una semplice terapia di supporto, senza esami approfonditi, se l’esame delle feci e i test di valutazione rapida (determinazione di ematocrito, proteine totali, glicemia, azotemia ed esame delle urine mediante strisce reattive e misurazione del peso specifico dell’urina) non forniscono indicazioni particolari.
Trattamento
  • Trattamento della causa primaria: è la chiave per la risoluzione definitiva del problema.
  • Somministrazione di antielmintici: questi farmaci sono indicati sia nei gatti che vivono in casa che in quelli tenuti all’aperto, qualora l’esame coprologico risulti positivo o nel caso sia fortemente probabile un’infestazione da elminti. Si ricorda che gli antielmintici e tutti i farmaci in genere sono tossici (per il gatto in particolare) e vanno usati con cautela e solo se strettamente necessario, soprattutto in animali già debilitati o anziani.
  • Alimentazione: in caso di diarrea osmotica o da alterazione della permeabilità il veterinario potrebbe consigliare la sospensione dell’assunzione del cibo per 24-48 ore, con somministrazione per via orale di soluzioni glucosate, aminoacidiche ed elettrolitiche, oltre all’acqua. Se invece la diarrea è di tipo secretorio, la sospensione dell’assunzione del cibo non apporta alcun beneficio. In questo caso può essere opportuno offrire al gatto cibi freschi e leggeri (potrebbe essere indicata la carne fresca cotta al vapore).
  • Fluidi ed elettroliti: la somministrazione di fluidi di elettroliti mediante infusione endovenosa, sottocutanea o per os va basata sul grado di disidratazione e sulla quantità di fluidi persi con le feci.
  • Somministrazione di probiotici (fermenti lattici vivi) x os
  • Acidi grassi omega-3: è stato dimostrato che questi acidi grassi esercita un effetto antinfiammatorio sul tratto gastroenterico e possono risultare utili per il trattamento del infiammazioni intestinali. L’integrazione con acidi grassi omega-3 può essere normalmente inserita nella formulazione di alcuni alimenti commerciali per gatti o meglio ottenuta, qualora non controindicato, da una alimentazione ricca di pesce (in particolare salmone, trota, sgombro, acciuga).