5 settembre 2016

Perché difendere la sperimentazione animale non solo non ha senso ma arreca danno ai pazienti in primis

Mentalità murinocentrica

Si battono a favore della sperimentazione animale, la promuovono, quasi fosse una missione: creano associazioni, siti, pagine sui social, organizzano eventi di (dis)informazione. Sebbene la scarsa affidabilità dei modelli animali sia sempre più riconosciuta presso la comunità scientifica, i pro-sperimentazione animale si ostinano a negare l'aspetto scientifico, spostando costantemente il dibattito sul piano etico-ideologico ed emotivo. Negano la possibilità (a volte anche futura!) e la necessità di sostituire gli animali - secondo loro i modelli migliori di cui disponiamo - con metodologie più moderne e più rilevanti per i pazienti. Affermano di essere i primi a voler fare a meno degli animali ma poi spesso ignorano i metodi innovativi basati su tessuti umani, non li promuovono, mentre incentivano la ricerca sugli animali e fanno passare in sordina la critica scientifica.
Un movimento di critica scientifica alla sperimentazione animale e per promuovere metodologie di ricerca avanzate, affidabili ed innovative ha un grande senso in un contesto dove domina il concetto preistorico "meglio sperimentare su un topo che su bambino". Siamo immersi nel pregiudizio ed in una condizione di sovra-affidamento al modello animale. I topi sono onnipresenti, la microfluidica ed i body su chip (tanto per fare un esempio) li conoscono in pochi. Cio' danneggia la ricerca ed i pazienti in primis. Che senso ha promuovere la sperimentazione animale, come se non fosse gia' abbastanza difficile voltare pagina? non si fa che ostacolare un cambiamento necessario, che e' gia' in atto e che apporterebbe beneficio a tutti. La necessita' crea infatti la funzione ed attualmente esiste troppa poca consapevolezza che sostituire i modelli animali con altri modelli piu' affidabili e rilevanti sia una necessita' scientifica e NON solo una questione etica. Perche' i pro test continuano a negare questo aspetto? Io ho avuto (e continuo ad avere) grandi difficoltà per poter dedicare i miei studi all'animal replacement utilizzando materiale umano, colture 3D, ecc. ed e' veramente scoraggiante per me, constatare che il 90% dei miei colleghi occupi il proprio tempo a difendere la sperimentazione animale. E' altresì scoraggiante piu' che mai constatare che mentre la' fuori ci sono frotte di antivivisezionisti a sbraitare "stop vivisezione", i ricercatori che sostengano seriamente la necessita' di superare la s.a. opponendosi a questo regime dittatoriale murinocentrico (non ho altri modi per definire la situazione), consci della situazione, siano relativamente pochi e spesso osteggiati o presi poco seriamente: siamo al punto che se metti in dubbio l'affidabilita dei topi sei per forza animalista. Se parli di bioreattori e 3D ti chiedono "cos'e' ? supermario 3d?" Senza aver nulla contro l'essere animalisti, si sta parlando di un'altra cosa. Vorrei una ricerca che studi l'uomo e non i topi, vorrei delle cure per la mia malattia, non per i roditori. Vorrei poter contribuire alla ricerca sulla mia malattia (ma anche altre) utilizzando dei tessuti umani e non murini (magari anche i miei). Vorrei avere accanto dei colleghi come me. Sembra mission impossible invece!