30 settembre 2011

Anatomia del gatto: il fegato


Il voluminoso fegato del gatto (80-150 g) è diviso in 7 lobi. Il dotto escretore è formato dai dotti epatico e cistico, che originano dalla colecisti e convergono nel dotto biliare, che si apre nel duodeno insieme al dotto pancreatico.
Il fegato è un organo con numerose funzioni. Producendo la bile, contribuisce alla digestione garantendo, in particolare, l'emulsione dei lipidi grazie a speciali surfattanti chiamati sali biliari. La bile assume il suo colore caratteristico dai pigmenti prodotti dal metabolismo dell'emoglobina contenuta nei globuli rossi.
Il fegato funziona anche come organo detossificante, trasformando le eventuali tossine, compresi i farmaci, e consentendone l'eliminazione. Nel gatto, questa funzione non è efficiente come in altre specie. Per questo motivo, l'eliminazione di molti farmaci è molto più lenta nei gatti che per es. nei cani o negli esseri umani. A volte, l'organismo del gatto trasforma i farmaci in determinati prodotti derivati, o metaboliti, che possono risultare tossici. Questo è un motivo per non somministrare mai ai gatti farmaci o preparati (tanto meno per uso umano!) se non strettamente necessario e comunque sempre dietro il consiglio del veterinario.
Il fegato gioca un ruolo essenziale nel metabolismo. Può immagazzinare, trasformare e rilasciare gli elementi prodotti durante la digestione. Immagazzina glucosio come glicogeno e lo rilascia a seconda della necessità. Similarmente, trasforma i lipidi dall'intestino tenue e li mette in circolo in forma appropriata. Infine, il fegato svolge anche un ruolo chiave nell'elaborazione di proteine e vitamine. 

25 settembre 2011

Vespe e calabroni: come difendersi in modo ecologico

Vespa del genere Polystes su favo
Calabrone (Vespa crabro)


Vespa del genere Vespula. Entrambi i generi, Vespula e Polystes, sono comuni alle nostre latitudini




Vespe e calabroni: come difendersi senza nuocere all’ambiente e possibilmente senza ucciderli.

Sia vespe che calabroni, come tutti gli animali selvatici non hanno alcun interesse a pungere l’uomo se non quando direttamente minacciati: quando vedete una vespa o un calabrone (ma anche più di uno, non spaventatevi!) gironzolarvi intorno ed appoggiarsi su di voi state tranquilli, dopo un po’ se ne andrà. Quando siete al mare bagnati d’acqua dolce le vespe potrebbero appoggiarsi su di voi e lo fanno solo per bere qualche goccia d’acqua! L’importante è non farsi cogliere dal panico agitando le braccia, degli stracci cercando di allontanare gli animali o peggio di ucciderli: così facendo finireste soltanto per innervosirli e richiamare “i rinforzi” con una maggiore probabilità di essere aggrediti. Dovete sapere infatti che alcuni imenotteri sociali tra cui vespe e calabroni quando vengono molestati o schiacciati liberano dei feromoni (sostanze volatili che servono per comunicare con gli individui della stessa specie), un segnale d’allarme che richiamerà altri individui pronti ad attaccare. Ripeto che non si tratta di attacchi casuali ma sempre innescati da una minaccia/uccisione di qualche individuo.

Per prevenire l’avvicinamento di vespe e calabroni evitate di lasciare in giro sostanze zuccherine, residui di frutta, bucce, ma anche altri residui alimentari come carni o pesce (vespe e calabroni a differenza delle api si nutrono anche di carni).  

Evitate assolutamente gli insetticidi: sono un vero e proprio flagello ambientale, oltre che tossici e pericolosi per la salute umana e degli animali domestici. Non sono selettivi ed uccidono tutti gli insetti e aracnidi senza distinzioni. Sono responsabili della morìa delle api e di altri insetti pronubi di cui ne stanno piano piano determinando l’estinzione. Gli insetti pronubi (impollinatori) sono alla base della riproduzione della quasi totalità dei vegetali di cui ci nutriamo e di cui si nutrono altre specie animali. Se dovessero diminuire ancora gli insetti pronubi ciò avrebbe effetti catastrofici anche sulla vita umana.

Ricordate che le vespe ed i calabroni sono utili a mantenere l’equilibrio negli ecosistemi e anche se non direttamente, sono utili all’uomo in quanto controllano molti insetti nocivi in agricoltura.

Cosa fare se vi ritrovate un favo di vespe nel giardino o sul terrazzo?

1 – Ricordate quanto detto sopra, ovvero che se non molestati difficilmente tali animali vi rincorreranno per pungervi, poiché non è proprio nel loro interesse. Ho ospitato per un’estate intera un favo di vespe sul terrazzo: se queste si abituano a riconoscere le persone come “non pericolose” potrete tranquillamente ignorarvi a vicenda. Davo addirittura loro da mangiare dei pezzettini di frutta in prossimità del favo! Le vespe sono imenotteri sociali la cui intelligenza non è da sottovalutare, anche se è diversa da quella di un mammifero.

2 – Vi conviene lasciarle stare poiché le vespe  formano colonie stagionali: tutti i componenti della famiglia (cioè maschi, operaie e la stessa madre fondatrice del nido) si estinguono naturalmente in autunno con l’arrivo dei primi freddi; sopravvivono soltanto alcune femmine fecondate, che riescono a svernare in anfratti (sotto tetti, entro cassonetti delle tapparelle, crepe dei muri, ecc...) e che in primavera daranno inizio ad una nuova colonia. Se proprio non potete fare a meno di ucciderle poiché si tratta di situazioni veramente pericolose, cercate di richiedere l’ intervento di personale specializzato che non faccia uso di insetticidi di sintesi o particolarmente residuali (cioè che permangono nell’ambiente). Soprattutto accertatevi prima che invece di vespe non si tratti di api, animali protetti dalla legge ed  in via di estinzione: in questo caso è previsto l'intervento gratuito di un apicoltore che rimuoverà l'alveare. In caso di problemi di api o affini si rimanda all'articolo specifico. Per calabroni e vespe, riveste particolare importanza la prevenzione.

PREVENZIONE: Per prevenire nuove colonizzazioni da parte di vespe e calabroni ed evitare il loro occasionale ingresso all’interno delle abitazioni è spesso sufficiente l’installazione di zanzariere alle finestre, provvedere ad una accurata gestione dei rifiuti e degli alimenti, evitando l’abbandono incontrollato di sostanze organiche (in particolare zuccheri, carni, ed altre sostanze proteiche) fortemente attrattive nei loro confronti.

Vespe e calabroni (molto più raramente le api) possono costruire i favi in prossimità o addirittura all’interno degli edifici stessi, in luoghi tranquilli e riparati.

Per evitare spiacevoli sorprese è perciò opportuno:

·       Controllare già a partire dai mesi di marzo ed aprile periodicamente quelle parti degli stabili solitamente preferiti dalle vespe per nidificare quali solai e sottotetti, cassonetti delle tapparelle, altri manufatto con fessure comunicanti con l’esterno (cassette contatori, ecc...) ispezionati raramente alla ricerca di eventuali favi in corso di formazione e rimuovendoli tempestivamente.

·      Sigillare crepe o fessure eventualmente presenti in pareti esterne o comunicanti con anfratti non ispezionabili (innesti tubazioni e canalizzazioni, ecc..).

·       Utilizzare prodotti repellenti per gli spazi non raggiungibili che possono diventare siti di nidificazione, ad esempio cassonetti di tapparelle, sotto di coppi e coperture in genere (esempio pastiglie di canfora o naftalina, piretro, ecc.)
Le vespe del genere Polystes che ho ospitato nel mio terrazzo per una stagione

Una vespa fotografata da vicino in prossimità del favo che si trovava all'interno del buco
 che si vede in figura. Si può notare come nonostante io fossi vicinissima al nido le vespe non
mi attaccassero, poiché mi "conoscevano" come "amica" e non pericolosa per loro.

Api bombi ed insetti affini: no agli insetticidi

Ape (Apis mellifera)




Bombo (Bombus sp.)

  
Forse qualcuno non lo sa ma insetti come api, bombi ed affini sono animali protetti dalla legge (Legge 313/2004.)
Sono protetti perché si tratta di insetti pronubi  (impollinatori) a forte rischio di estinzione a causa dello smodato e massiccio uso di pesticidi, sia in agricoltura che in ambito domestico.
La diminuzione degli insetti pronubi ha pesantissime ripercussioni non soltanto sull’ecosistema (che ci da’ la vita) ma anche sull’economia e sulla vita umana. La riproduzione della quasi totalità delle specie vegetali di cui ci nutriamo e che servono per nutrire altre specie è dipendente dal processo di impollinazione attuato da tali insetti.
Quando sento parlare di insetticidi per le api o insetticidi in genere mi vengono i brividi e mi domando se chi li usa è veramente consapevole del danno di cui si rende responsabile spargendo questi veleni nell’ambiente.

Se non vi importa della vita delle altre specie e dell’ambiente pensate almeno a quella dei vostri figli o delle generazioni future, che sarà un inferno nel momento in cui dovessero scomparire le api: non uccidetele e non usate insetticidi!  Per chi non lo sapesse infatti l’ecosistema non è qualcosa di estraneo a noi ma una trama di cui noi siamo soltanto una maglia, assieme a migliaia di altre specie: tutto è interconnesso e qualunque danno alle spese di una specie o di un ambiente si ripercuote su tutto il sistema con conseguenze più o meno catastrofiche.

Come fare allora se vi trovate di fronte a degli imenotteri e temete di essere punti?

Capisco l’apprensione di una persona allergica al veleno o che ha bambini piccoli o animali domestici ma non bisogna lasciarsi prendere dal panico: esistono dei modi per evitare di farsi pungere, senza per questo uccidere gli insetti e seminare morte e distruzione con insetticidi e veleni. Vediamo come comportarci con le api (ma vale un po’ per tutti gli imenotteri volanti, comprese le vespe ed i calabroni):


1-   Se l’ape si appoggia sulla vostra pelle rimanete calmi ed evitate movimenti buschi: non lo fa certamente per pungervi e dopo aver camminato per un po’ se ne andrà via. Le api sono alla ricerca di sostanze zuccherine, di acqua, oppure esplorano l’ambiente ma mai e poi mai pungono senza motivo, lo fanno soltanto per estrema difesa (e quasi sempre muoiono di conseguenza!). Se non volete che si avvicinino accertatevi di non avere addosso residui di cibo (soprattutto sostanze zuccherine o acqua dolce).


2-   Nella totalità dei casi le punture di ape sono dovute a disattenzione: sedersi sull’insetto, schiacciarlo sotto un’ascella, stropicciarlo sotto i vestiti, ecc. quindi se vedete delle api è del tutto inutile cercare di ucciderle pensando di evitare delle punture, anzi, è estremamente pericoloso perché quando un imenottero (specie se sociale come l’ape) si sente minacciato rilascia nell’aria dei “feromoni” (sostanze volatili che servono alla comunicazione tra animali della stessa specie) di allarme che richiameranno le “colleghe” ed allora sì che si rischia di essere punti e anche massivamente. Fate anche attenzione ai vostri animali domestici come cani o gatti che potrebbero andare a stuzzicare gli insetti facendosi pungere (comunque a meno di rare allergie o gattini piccoli, non è nulla di grave).


3-   Se vi trovate un alveare di api nel giardino o sul terrazzo vi serva sapere che anche in questo caso le api non vi pungeranno a patto che non vi considerino una minaccia. Avevo per anni un alveare sul terrazzo: “riconoscevano” me e i miei parenti e nessuno è mai stato punto nonostante la forte vicinanza all’alveare. Mi rendo però conto che non è da tutti tenersi un alveare con “imenotteri da guardia” e non pretendo che ciò avvenga, perciò se dovete rimuovere un alveare non fatelo da soli (può essere veramente pericoloso il fai da te!!!) e pretendete un apicoltore che ve lo rimuova: è un servizio gratuito (e obbligatorio poiché se si tratta di api non si può fare diversamente!) che dev’essere garantito in tutta l’Italia! Chiamate i vigili del fuoco ed informatevi, se sono seri e non stanno infrangendo le leggi dovrebbero indirizzarvi loro all’apicoltore più vicino.


Ho parlato di api, bombi ed altri imenotteri pronubi, se si tratta di vespe o calabroni il problema è un po’ più difficile da risolvere. Comunque ricordate che le vespe ed i calabroni formano colonie stagionali: tutti i componenti della famiglia (cioè maschi, operaie e la stessa madre fondatrice del nido) si estinguono naturalmente in autunno con l’arrivo dei primi freddi; sopravvivono soltanto alcune femmine fecondate, che riescono a svernare in anfratti (sotto tetti, entro cassonetti delle tapparelle, crepe dei muri, ecc...) e che in primavera daranno inizio ad una nuova colonia. Per prevenire quindi una nuova colonizzazione è importante eliminare gli anfratti e sigillare i buchi, potenziali luoghi scelti come nidi.

L’argomento vespe e calabroni viene specificamente trattato in un altro articolo che potete trovare QUI.

23 settembre 2011

Come NON dare una pillola al gatto :)

Ecco cosa NON fare per dare una pillola ad un gatto, poi ovviamente vi dirò come fare (punto 15).

1. Prendere il gatto e cullarlo nell’incavo del braccio sinistro come se fosse un bebè.
Posizionare l’indice ed il pollice sinistri sui lati della bocca del gatto ed applicare una leggera
pressione alle guance tenendo la pillola nella mano destra. Appena il gatto apre la bocca, sparare la
pillola in bocca. Lasciate che il gatto chiuda la bocca ed inghiotta.
2. Recuperare la pillola dal pavimento ed il gatto da dietro il divano. Cullare il gatto nel braccio
sinistro e ripetere il processo.
3. Recuperare il gatto dalla camera da letto e gettare la pillola ciancicata.
4. Prendere una nuova pillola dalla confezione e cullare il gatto nel braccio sinistro, tenendo con
fermezza le zampe posteriori con la mano sinistra. Forzare l’apertura della bocca e premere
la pillola in fondo alla bocca con l’indice destro...Tenere la bocca del gatto chiusa e contare fino a
10
5. Recuperare la pillola dalla boccia del pesce rosso ed il gatto dall’ armadio. Chiamare il
consorte dal giardino.

6. Inginocchiarsi sul pavimento col gatto stretto tra le ginocchia, tenendo tutte e quattro le zampe.
Ignorare i leggeri grugniti emessi dal gatto. Fate tenere al consorte la testa del gatto con
fermezza, forzando un righello di legno in bocca al gatto. Lasciar cadere la pillola e sfregare
vigorosamente la gola del gatto.
7. Recuperare il gatto dalla riloga delle tende, prendete un’altra
pillola dal pacchetto, prendete nota di comprare un nuovo righello e di riparare le tende.
Raccogliete da terra con cura la tappezzeria strappata per incollarla più tardi.
 8. Avvolgete il gatto in un asciugamano e fate sedere il consorte sul gatto con la testa che sbuca appena dall’avambraccio del consorte. Mettere la pillola sulla punta di una cannuccia, forzare l’apertura della bocca del gatto con una matita e soffiate nella cannuccia per sparare la pillola in gola
9. Controllate che la pillola non sia tossica per l’uomo, bevete un bicchiere d’acqua per mandar
via il saporaccio. Applicate un cerotto all’avambraccio del consorte e rimuovete il sangue
dal tappeto con acqua fredda e sapone.
10. Recuperate il gatto dalla tettoia dei vicini. Prendete un’altra pillola. Mettete il gatto in
na pentola e chiudete col coperchio lasciando fuori la testa.
Aprite la bocca del gatto con un cucchiaino, lanciate la pillola in gola con un elastico.
11. Prendete un cacciavite dal garage e rimettete la porta nei cardini. Applicate compresse
fredde sulla guancia e controllate quando avete fatto l’ ultima antitetanica. Buttate la maglietta
e prendetene una nuova dalla vostra stanza.
 12. Chiamate i pompieri per riprendere il gatto dall’albero dall’altro lato della strada. Scusatevi col vicino che si è schiantato contro la recinzione sterzando bruscamente per evitare il gatto. Prendete l’ultima pillola dal pacchetto.
13. Legate le zampe del gatto e legatelo alle gambe del tavolo. Trovate dei guanti da lavoro
robusti. Tenete la bocca del gatto aperta con una pinza. Premete la pillola in bocca con un bel pezzo
di bistecca di filetto, tenete la testa verticale e versate dell’acqua per far scendere la pillola.
14. Portate il consorte al pronto soccorso e attendete pazientemente mentre il medicoutura le dita e le braccia e rimuove i resti della pillola dall’ occhio destro. Mentre tornate a casa fermatevi al negozio di mobili per comprare un nuovo tavolo
15. Leggete QUI come si fa a dare una pillola al gatto ed imparate

19 settembre 2011

Gatti e vaccini

E' sempre consigliabile vaccinare il proprio gatto?
La risposta non è un sì scontato, perché esistono dei pro e dei contro da valutare attentamente.
Le vaccinazioni disponibili per i gatti sono quelle contro:
Herpesvirosi, calicivirosi, panleucopenia felina, clamidiosi, leucemia felina (FeLV), rabbia. Di solito i vaccini contro herpesvirosi (rinotracheite), calicivirosi e panleucopenia (gastroenterite virale) vengono somministrati con un'unica iniezione, detta trivalente.

Visto che non tutti i gatti sono uguali, la scelta di vaccinare o meno il gatto e di quali vaccini somministrare e quali evitare va fatta valutando sempre il rapporto rischio/beneficio, tenendo conto del fatto che si tratta sempre e comunque di farmaci potenzialmente pericolosi (non esenti da rischi per la salute) e considerando i seguenti fattori:
  • Stile di vita del gatto (sta in casa, esce all'aperto)
  • Ambiente di residenza (urbano o rurale)
  • Età e provenienza
  • Stato generale di salute
In teoria il veterinario dovrebbe poter scegliere la protezione più indicata per ciascun gatto, valutando tutti i fattori coinvolti. C'è però da dire che purtroppo molti veterinari (più interessati al guadagno che alla salute del micio) somministrano i vaccini con leggerezza, sottoponendo inutilmente il gatto ad un grave rischio per la salute. E' inutile per esempio vaccinare un gatto adulto adottato da un gattile o da una colonia felina: un gatto che proviene da una comunità deve aver sviluppato per forza una certa resistenza alle malattie, resistenza che sarà più che sufficiente a proteggerlo tra le comode e calde pareti domestiche. Malattie come la herpesvirosi (rinotracheite), panleucopenia (gastroenterite virale) e calicivirosi, raramente colpiscono i gatti al di sopra dei 10 mesi d'età e se dovesse succedere, le conseguenze non sono di solito drammatiche come invece avviene nei gatti più giovani. L’età giusta per la prima vaccinazione è attorno ai 3 mesi, quando gli anticorpi trasmessi al gattino per via materna iniziano a diminuire drasticamente. A questa segue di solito un secondo richiamo dopo 2 o 4 settimane dal primo vaccino. Bisogna valutare attentamente i rischi/benefici dei richiami annuali che in alcuni casi per i gatti adulti, soprattutto anziani o debilitati, potrebbero rappresentare un inutile stress se non essere addirittura pericolosi.

Il vaccino contro la Leucemia felina (FeLV) sembra essere associato alla comparsa di tumori in sede di inoculo (sarcomi da inoculo); tale vaccino è pertanto sconsigliato a meno che non sussistano particolari condizioni di rischio (da valutare caso per caso). Il vaccino antirabbico va fatto se e solo se esistono reali ed accertati rischi di contagio (NON basta che il gatto viva in campagna perchè esista un rischio effettivo di contrarre la rabbia).
Prima di vaccinare il gatto è necessario sottoporlo ad accurata visita veterinaria per escludere l'eventuale presenza di patologie in atto.
Un soggetto che al momento della vaccinazione non sia in piena forma, non solo non produrrà una difesa immunitaria sufficiente a proteggerlo, ma potrebbe avere un peggioramento dello stato di salute da stress vaccinale.
ATTENZIONE: i gatti sono animali molto sensibili e mal tollerano i farmaci (che potrebbero causare facilmente squilibri a livello di reni e fegato), pertanto questi, vaccini compresi, vanno somministrati solo in caso di accertata necessità, valutando sempre attentamente rischi e benefici.

18 settembre 2011

Come dare le medicine al gatto


Premessa importante: non somministrare ai gatti farmaci per uso umano o erbe senza il previo consulto del veterinario (e che sia un veterinario competente!)
Molte medicine per umani (o erbe per noi innocue) sono tossiche o addirittura mortali per il gatto!Ricordate inoltre che i farmaci si somministrano soltanto per accertata necessità, nel caso non si possa farne a meno e dietro prescrizione di un veterinario competente: i gatti sono animali delicati che mal sopportano il sovraccarico di sostanze chimiche. In caso non si riscontrino dei miglioramenti nella salute del gatto entro breve tempo dall’inizio della terapia, rivolgersi al vet per eventuale cambio di farmaco (potrebbe non essere quello giusto e sarebbe dannoso continuare la terapia!). Gli antibiotici non vanno sospesi prima di 3-4 giorni di terapia (salvo reazioni avverse): solo dopo questo lasso di tempo, in base ai miglioramenti, si può capire se è il farmaco adatto o meno, evitando anche la nascita di batteri resistenti. Attenetevi ai consigli del vet e se ritenete che non sia un buon vet, consultatene altri, ricordate che nessuno è onnipotente e possono anche sbagliare!
Compresse e pastiglie

Per dare una pastiglia al gatto è necessario schiacciarla: posizionata all’interno di uno straccio pulito la si frantuma in pezzettini piccolissimi con un martello. Si prepara una pallina di cibo molto gradito al gatto (può essere carne macinata cruda o un bocconcino di scatoletta) e si mettono i pezzettini di pastiglia DENTRO nel boccone, avendo cura di non sporcare l’esterno con la medicina. Controllate che il gatto non sputi la medicina e se necessario preparare più palline (se siete fortunati la mangia al primo colpo, a volte sputa ripetutamente e in questo caso dovrete ritentare). Non fate l’errore di mescolare semplicemente la medicina al cibo: i farmaci di solito sono molto sgradevoli (anche se sulla confezione è scritto “appetibile” !) il gatto lo percepirebbe come “non mangiabile”e dovrete buttare via tutto. Un’alternativa consiste nel mescolare la pastiglia polverizzata a del burro, dell’omogeneizzato, o ad un’altra crema che lui apprezza molto e spalmargliela sulle zampine: il gatto non sopporta di avere il pelo unto e, se avete fortuna, cercando ripulirsi leccherà tutto l’impasto. Se invece non avete fortuna, andrà a pulirsi su qualche tenda o divano, oppure scrollerà la zampa e dovrete pulire dappertutto... sono cose che capitano con i gatti! :)

Cosa non fare con le pillole
Non cercare di inserire a forza la pastiglia in bocca al gatto, nella migliore delle ipotesi la sputa ma questa mossa può risultare per lui pericolosa. Soprattutto se gli teniamo la testa rivolta all’indietro corriamo il rischio che il gatto non riesca a deglutire e il farmaco gli finisca nei polmoni anziché nello stomaco, andandogli “di traverso”: il pericolo è che in questo caso si potrebbe sviluppare una grave polmonite, detta “ab ingestis” che può facilmente essere mortale.
Sciroppi e gocce

Se non sono particolarmente appetibili (di solito non lo sono!) e non riuscite a farglieli leccare direttamente dal cucchiaino, per la somministrazione di liquidi potete utilizzare una siringa piccola, priva di ago, con la quale iniettare lentamente il farmaco nella bocca del gatto (è molto facile far passare la siringa inserendola lateralmente poichè è presente uno spazio tra i canini ed i premolari). Fate attenzione perché il gatto tenderà a sputare, a scrollare la testa e a scappare dappertutto: cercate di far in modo che il farmaco vada nella bocca del gatto e non in giro per la casa e su di voi! Se trattenete il gatto durante l’operazione, fate anche attenzione ad eventuali morsi o graffi!
Cure topiche: creme, medicazioni, ecc.
Se dovete pulire, medicare o applicare una medicina localmente, provate questo sistema, specialmente se il gatto è recalcitrante: non iniziate subito con la zona interessata, distraete il gatto accarezzandolo dove gli piace (generalmente la testa, il collo e la zona dietro le orecchie), parlandogli dolcemente e a lungo. Non pensate assolutamente alla somministrazione del farmaco in questo momento perché i gatti sono estremamente abili a leggere le vostre intenzioni più segrete! Avvicinatevi alla zona da trattare gradualmente, per permettergli di abituarsi alla sensazione, fate finta di niente, anzi, convincete voi stessi che si tratta di una variante di "coccole". A seconda del temperamento e della medicazione, potrebbe volerci più o meno tempo. A meno che non si tratti di una medicazione urgente, meglio non forzare: per trattamenti da ripetersi nel tempo è molto meglio arrivare a far tollerare la cura senza costrizioni, associandola con esperienze piacevoli. Se invece fosse necessario provvedere subito al trattamento, afferratelo per la collottola, con una certa fermezza, e spingete la testa verso il basso: il veterinario vi può mostrare la tecnica corretta. Per i casi limite, quando il gatto reagisca aggressivamente, è preferibile immobilizzarlo con un asciugamano avvolto strettamente, per impedirgli di graffiare. Non appena avrete spalmato il farmaco, il gatto naturalmente cercherà di leccarsi e voi dovrete fare di tutto per impedirglielo. Per evitare che si lecchi le medicazioni, rischiando inoltre di intossicarsi, appena terminata l’applicazione possiamo distrarlo, per esempio giocando con lui, per tutto il tempo necessario affinché il medicinale sia assorbito.
Colliri e pomate per occhi o gocce per orecchie
Purtroppo questo tipo di terapia va fatta generalmnte più volte al giorno (almeno 2 o 3). La cosa più difficile è tenere il gatto immobile: è molto meglio essere in due.
Mentre una persona tiene il gatto per la collottola, oppure per le zampe anteriori stando alle sue spalle, l’altra persona con le dita di una mano apre l’occhio del gatto e con l’altra applica la pomata, o instilla le gocce di collirio. Meglio avvicinare la mano all’occhio da dietro, in modo che il micio non la veda arrivare. La pomata va spalmata delicatamente con l'aiuto di un batuffolo di cotone inumidito con acqua tiepida o con un dito precedentemente ben lavato, avendo cura di farla penetrare nell'occhio. Se le gocce vanno messe nelle orecchie, massaggiare delicatamente prima che il gatto scrolli la testa e le sparga dappertutto. Evitare di introdurre l'eventuale gontagocce o la pipetta all'interno del canale auricolare (potreste causare seri danni all'apparato auditivo!) ma cercare di far penetrare le gocce all'interno.
Iniezioni o flebo sottocutanee
Si praticano sotto la pelle e solitamente non sono dolorose, a meno che il farmaco non sia denso. La pelle viene sollevata in modo da formare una piega e, tenendo la siringa parallela al dorso, vi s’infigge l’ago. Soprattutto nei gatti maschi che vivono spesso all’aperto e nei soggetti disidratati la pelle può essere molto dura. Sono le iniezioni più facili da eseguire, ma è bene fare attenzione perché se eseguite in modo improprio possono provocare tumori nel punto di inoculo.

17 settembre 2011

Le fusa del gatto

Le fusa sono un suono complesso comune a tutti i piccoli felini (e probabilmente ai cuccioli dei grandi felini), un'emissione sonora con frequenza compresa tra i 150 e i 200 hertz. Durante l'intero ciclo respiratorio il suono viene emesso con regolarità ogni 30-40 millisecondi e c'è una breve pausa tra la fase inspiratoria e quella espiratoria.
Tutti le conoscono ma la scienza ufficiale ne sa assai poco a proposito. Ci sono varie ipotesi che vorrebbero attribuire la loro fonte di emissione alle corde vocali, ai muscoli laringei, al diaframma in vibrazione o addirittura c'è chi dice che provengano dal sistema circolatorio (turbolenza del flusso sanguigno nella vena cava caudale a livello del diaframma).
E' sufficiente ascoltare ed appoggiare una mano sotto il collo del gatto per rendersi conto che le fusa provengono dalle cavità nasali (forse per effetto del convogliamento forzato dell'aria attraverso le cavità nasofaringee e la vibrazione del palato molle), risuonando poi nella zona laringea. Non sembrano affatto originare né dal diaframma né tanto meno dal sistema circolatorio a livello della vena cava, dove semmai risuonano. I tipici "mrrrr" "mrrr-gnau" sono particolari miagolii prodotti attraverso lo stesso meccanismo delle fusa (fusa sonore, con emissione di voce). Esistono tante fusa quanti sono i gatti: alcune sono maggiormente risonanti nelle cavità nasali, altre sono più profonde, più o meno intense, decise, ecc. Le fusa possono a volte anche rivelare lo stato di salute di un gatto: fusa deboli in intensità e simili a sibili (friu friu) o fusa irregolari o troppo frequenti possono denunciare la presenza di vari stati patologici più o meno gravi.
Perchè il gatto fa le fusa?

Le fusa sono un'emissione sonora complessa e le motivazioni per cui vengono emesse possono essere diverse ed apparentemente contrastanti: il gatto può fare le fusa quando è felice e rilassato ma anche quando è gravemente ammalato e sofferente. I gattini fanno le fusa per comunicare alla madre che va tutto bene e la gatta per rassicurare i suoi cuccioli. Sembra che le fusa abbiano delle funzioni "terapeutiche" e servano a rassicurare e rilassare se stessi e chi è intorno.

16 settembre 2011

I sensi del gatto: tatto


Il gatto deve poter compiere movimenti di precisione millimetrica, essendo per natura un predatore prevalentemente notturno, capita spesso che debba catturare o manipolare una preda nel buio della notte, muovendosi velocemente nella selva più fitta: il tatto gioca un ruolo importantissimo in tali situazioni. I sensibilissimi recettori tattili sono presenti su tutto il corpo del gatto, in particolar modo in corrispondenza della bocca, dei polpastrelli e delle vibrisse. Le vibrisse, presenti oltre che vicino alla bocca (i "baffi") anche sulle zampe anteriori e nella zona delle sopracciglie, sono in grado di percepire minimi stimoli meccanici e funzionano come vere e proprie "antenne" per il gatto. Grazie alle vibrisse riesce a percepire eventuali ostacoli sul suo cammino quando la vista non sia sufficiente a rilevarli, nonchè debolissimi spostamenti d'aria. Le vibrisse del gatto svolgono la medesima funzione sensoriale del pelo ma in modo più specializzato. I polpastrelli del gatto sono estremamente sensibili, ciò che in abbinamento a dei riflessi eccezionali, lo fa un predatore agilissimo e quasi infallibile.


 

15 settembre 2011

I sensi del gatto: olfatto e gusto

Olfatto e gusto vengono qui trattati insieme in quanto si tratta di sensi inscindibili ed interdipendenti. Come accade in altri mammiferi (escluso l'uomo), il palato duro anteriore e la cavità nasale del gatto sono collegati da 2 minuscole fossette situate dietro gli incisivi (le così dette fossette vomero-nasali), che permettono al gatto di percepire meglio le sostanze odorose inalate, anche attraverso il gusto e viceversa, coinvolgendo ed attivando eventualmente l' organo vomero-nasale di Jacobson (olfatto accessorio), coinvolto soprattutto nell'elaborazione dei messaggi veicolati dai feromoni sessuali.

Il gatto è una specie macrosmatica, ossia una specie in cui la regione olfattiva occupa una porzione relativamente estesa del cervello e l’apparato olfattivo è similmente molto sviluppato. La soglia di percezione degli odori nel gatto è molto bassa, anche se variabile in base alla specifica sostanza odorosa e all'esperienza. Il senso dell’olfatto del gatto occupa un ruolo importante nelle relazioni sociali dell’animale ed è coinvolto nella predazione e nell’alimentazione: disturbi al senso dell’olfatto del gatto causano il rifiuto del cibo. Assieme al tatto è il primo senso ad essere usato dai gattini per cercare il contatto con la madre.

L’interazione fra le molecole degli odori, i recettori ed il cervello, fa si che si formi nella mente del gatto un' "immagine olfattiva" (tipica degli animali macrosmatici). L’immagine presenta una tale ricchezza di sfumature e possibilità che potrebbe codificare un numero illimitato di odori diversi. L’abilità del gatto di discriminare fra gli odori è notevole: il gatto può riconoscere anche le più complesse miscele chimiche.
Il senso del gusto nel gatto non è tra quelli maggiormente sviluppati (un gatto possiede circa 500 papille gustative, un uomo circa 9000), il gatto si affida principalmente alle sensazioni olfattive per quanto riguarda la scelta del cibo, che deve avere sempre un odore invitante (dato di fatto sfruttato ed abusato da molte aziende produttrici di cibi secchi e umidi industriali). I gatti percepiscono molto bene il sapore salato (che spesso apprezzano), sono molto infastiditi dall'acido, mentre non sembrano avere una grande sensibilità per il sapore dolce. Non si sa come percepiscano il sapore amaro, alcuni sembrano esserne infastiditi mentre altri lo gradiscono a piccole dosi (ad es. possono gustarsi una mosca, terribilmente amara, come fosse un aperitivo!) Le papille gustative sono poste in gran parte sulla punta, lungo i lati ed alla base della lingua. Sembra che i gatti riescano a percepire i sapori dei diversi amminoacidi (costituenti delle proteine).

14 settembre 2011

I sensi del gatto: vista

La vista del gatto è un senso specializzato, adatto ad un formidabile cacciatore notturno. Il gatto ha un campo visivo di oltre 200 gradi che, associato alla mobilità della testa, gli permettono di tenere facilmente l’ambiente circostante “sotto controllo”. Come altri mammiferi, anche i gatti hanno dietro alla retina uno speciale strato di cellule, il tapetum lucidum che consente a questi animali di vedere anche con scarsissima luce, quasi al buio (anche nelle notti più buie c’e’ sempre infatti una piccola quantità di luce).
Gli strati di cellule che compongono il
tapetum contengono tanti cristalli di guanina che riflettono, come un catarifrangente, la poca luce presente nella notte, che anche se scarsissima, viene catturata e quindi “amplificata”. E’ proprio il tapetum lucidum che fa assumere agli occhi un aspetto iridescente di vari colori che varia a seconda del gatto e dell’angolo di incidenza della luce.

La vista notturna e diurna del gatto è aiutata dalle enormi capacità della sua pupilla di dilatarsi al buio e di ridursi ad una piccola fessura durante il giorno, per avere sempre la quantità di luce ideale che colpisce l’occhio.


La pupilla del gatto ed il suo adattamento alla quantità di luce


Evidenza del "tapetum lucidum" del gatto come un bagliore in risposta alla luce
 del flash della macchina fotografica

 


13 settembre 2011

I sensi del gatto: udito

L'udito nel gatto, come in tutti i felini, è un senso altamente sviluppato e specializzato. L'intervallo di frequenze udibili dal gatto adulto va dai 48 Hz ai 30.000 Hz circa, per un suono di 70 dB* (20-20.000 Hz è invece il range di udibilità della maggior parte degli umani). I gattini possono udire a volte anche frequenze maggiori, oltre i 40.000 Hz. Rispetto all'uomo il gatto ha una maggiore sensibilità sonora per le medie ed alte frequenze. Percepire gli ultrasuoni significa sentire in un modo completamente differente, avvertendo come rumoroso ciò che per gli umani è normalmente silenzioso o insignificante. Il calpestio dell'erba, il fruscio delle foglie e la pioggia che cade vengono percepite diversamente da chi sente gli ultrasuoni. Le lampadine ad incandescenza, le tv, i monitor, i computer, le telecamere e molte apparecchiature elettriche producono ultrasuoni, anche se a bassa intensità.
I padiglioni auricolari del gatto sono estremamente mobili ed indipendenti tra loro permettendo l'esatta localizzazione della fonte sonora, inoltre grazie alla particolare forma e posizione (una vera opera di ingegneria della natura!) sono in grado di raccogliere ed amplificare efficacemente anche i suoni più tenui.
La notevole sensibilità uditiva del gatto fa' sì che questo non sopporti ambienti rumorosi, persone che urlano o parlano forte, sbattono porte, ascoltano musica o tv ad alto volume, ecc.

*bisogna tener conto del fatto che il gatto domestico, crescendo in ambienti relativamente rumorosi rispetto al silenzio di boschi e campagne, nel corso dei secoli ha probabilmente perso un po' di quella che è l'originaria sensibilità dei suoi progenitori selvatici.
Inoltre la sensibilità uditiva tende a diminuire naturalmente (e a causa dell'ambiente rumoroso) con l'età, soprattutto per quanto riguarda le frequenze più alte.

12 settembre 2011

I sensi del gatto: organo vomeronasale di Jacobson

Avete mai notato che a volte i gatti dopo aver annusato qualcosa rimangono per alcuni istanti imbambolati con la bocca semi-aperta ed il labbro superiore sollevato?
Quella particolare "smorfia" si chiama "flehmen" (dal tedesco) e significa che il gatto sta analizzando un odore tramite il suo organo vomeronasale.
Cos’è l’organo vomeronasale?


Detto anche organo di Jacobson (dal nome dell’olandese che l’ha scoperto nel 1813) è una particolare area sensoriale situata in prossimità della cavità nasale all’altezza degli incisivi superiori e collegata al palato tramite due piccole fossette (fossette vomero-nasali).

L’organo di Jacobson ha una funzione olfattiva accessoria ed è coinvolto soprattutto nella percezione dei feromoni, ovvero sostanze chimiche volatili prodotte dai conspecifici per comunicare (sessualità, territorialità, stato di salute, età, ecc.). Grazie alle fossette di jacobson il gatto può anche percepire bene gli odori delle sostanze non volatili che vengono a contatto con la cavità buccale.

Anatomia del gatto: muscoli

Esistono tre tipi principali di cellule muscolari, in base alla loro struttura e funzione:
  • Cellule del tessuto muscolare scheletrico striato (muscoli capaci di contrazioni volontarie);
  • Cellule del tessuto muscolare cardiaco striato (che si contraggono ritmicamente ed autonomamente);
  • Cellule muscolari lisce degli organi, regolate dal sistema nervoso autonomo (ortosimpatico e parasimpatico).

La parte carnosa dei muscoli è di colore rosso scuro. I tendini sono generalmente di colore bianco perlaceo, sottili ma resistenti. La testa del gatto è caratterizzata da muscoli cutanei sovrapposti, complessi ed altamente sviluppati e da potenti muscoli masticatori. La regione cervicale include una densa massa di muscoli disposti su quattro strati. I muscoli addominali sono molto sviluppati e forniscono alla parete addominale il suo spessore e la sua struttura. I muscoli della groppa e dell'anca sono anch'essi molto sviluppati.
Le speciali caratteristiche dei muscoli degli arti sono basate sul numero di dita della mano e del piede. Gli arti contengono muscoli rotatori (per pronazione e supinazione). Gli arti posteriori , più potenti di quelli anteriori, sono sempre pronti a far scattare l'animale in movimento. Nel gatto, la corsa si manifesta in una serie di lunghe e basse falcate. I gatti sono velocisti, con muscoli adatti allo scatto su brevi distanze e non alla resistenza. La forte muscolatura e gli artigli consentono loro di scalare ed arrampicarsi con facilità. Possono compiere salti di incredibile elevazione proprio grazie alla potente propulsione delle zamp
e posteriori.

Principali muscoli del gatto
1. Muscolo trapezio
2. Muscolo grande dorsale
3. Fascia toracolombare
4. Muscolo gluteo medio
5. Muscolo tensore della fascia lata
6. Muscolo sacrocaudale
7. Muscolo gastrocnemio
8. Muscolo obliquo addominale esterno
9. Muscolo retto dell'addome
10. Muscolo tricipite
11. Muscolo cleidobrachiale
12. Muscolo cleidocefalico
13. Grande pettorale
14. Bicipite femorale
Muscoli visione dorsale
Muscoli visione ventrale
    

 
 

Gatto soriano: il gatto per eccellenza

Il gatto per eccellenza, gatto Silvestro, Tom, il gatto delle case, dei tetti, dei fienili e delle colonie feline è il gatto soriano, volgarmente ed erroneamente chiamato "europeo". E' il gatto domestico ma ancora "selvatico", nel senso che non ha subìto selezioni e manipolazioni da parte dell'uomo.
Il gatto soriano prende il nome dalla Sorìa (Siria), regione dove tale gatto era diffuso allo stato selvatico.
Il suo manto può assumere diversi colori, disegni e sfumature, così come i polpastrelli e le labbra. Gatti rossi, grigi, marroni, argentati, bianchi, neri, tigrati, puntinati, marmorizzati, squama di tartaruga e calico. Polpastrelli rosa, neri o addirittura mezzi rosa mezzi neri. Anche il colore degli occhi varia dal giallo al verde, al nocciola, all'azzurro con varie sfumature. Le vibrisse possono essere bianche, nere, nere alla base e bianche all'estremità, a seconda del colore del manto.

Scheda sistematica del gatto domestico soriano (
Felis catus var. domestica)

Phylum: Cordati

Subphylum: Vertebrati

Classe: Mammiferi

Ordine: Carnivori

Famiglia: Felidi

Sottofamiglia: Felini

Genere:
Felis

Specie:
catus (var. domestica)

4 settembre 2011

Rimedi contro lumache e limacce

Avete l’orto invaso dalle lumache e/o limacce?

Non usate i pericolosi veleni che si trovano in commercio (a base di metaldeide), esistono molti metodi ecologici e non cruenti per liberarsi da questi animali.

Ecco i consigli:

1 - Coltivate varietà di piante autoctone (tipiche delle nostre zone, non esotiche), naturalmente più resistenti agli attacchi di tutti i parassiti e gli animali locali.

2 - Peperoncino. Trattate le foglie ed il terreno con peperoncino di cayenna in questo modo: 60 gr. di peperoncino in polvere o intero secco per  1 L d’acqua, filtrate dopo aver amalgamato e  lasciato riposare 3-4 ore, nebulizzate su foglie e terreno 3 volte per settimana. Si può spargere anche il peperoncino in polvere sulla terra per evitare il transito delle lumache e limacce, ripetere dopo la pioggia.

3  - Cenere. Cospargete la terra di cenere: ostacola fisicamente il transito delle lumache e limacce.

4 – Ospitate ricci e/o anatre nel vostro orto o giardino (sono ghiotti di lumache)

E importantissimo…

5 – Evitate di spargere pesticidi di sintesi di qualunque tipo (antiparassitari, veleni per roditori, esche per lumache, diserbanti, ecc.), al contrario creereste una situazione di squilibrio che in poco tempo vi porterebbe paradossalmente ad avere l’orto pieno di parassiti.  Vi trovereste così obbligati ad usare continuamente tali veleni per liberarvi solo temporaneamente dai parassiti, con notevoli spese in termini di denaro e soprattutto di inquinamento e danni alla salute vostra ed altrui.

Ricordate anche che…

Le lumache, nonostante si nutrano di foglie fresche, difficilmente producono danni seri ai raccolti anche se presenti in grande numero: tutto ciò che fanno è rosicchiare qualche foglia (più che altro un “danno” estetico).

La bava delle lumache e limacce contiene delle sostanze ad effetto antimicrobico, fungicida e disinfettante agendo così da antiparassitario naturale.