Toxoplasma gondii è il protozoo responsabile della toxoplasmosi. Infesta la maggior parte degli animali a sangue caldo. I felini domestici e selvatici sono gli unici ospiti in cui si può completare il ciclo vitale (ospiti definitivi). Esistono tre stadi dell’infestazione:
1. Tachizoiti, che vivono nei tessuti dell’organismo
2. Bradizoiti, che vivono nei tessuti dell’organismo e
3. Oocisti, che vengono eliminate con le feci
Anche se infestazione può essere contratta in diversi modi, nella maggior parte dei casi la causa è rappresentata dall’ingestione di tessuti di mammiferi parassitati. Il ciclo vitale più comune inizia con l’ ingestione delle cisti tissutali. Queste vengono digerite, liberando i bradizoiti, che penetrano nella parete del tenue. Si ha quindi una serie di generazioni asessuate seguite da un ciclo sessuato (solo nei felini), che infine produce le oocisti. Queste vengono eliminate con le feci. Tuttavia, non sono infestanti finché non sono state esposte all’aria e non hanno sporulato per almeno un giorno. L’intero ciclo vitale può essere completato entro tre giorni dall’ingestione delle cisti tissutali. Se il ciclo vitale inizia con ingestione di tachizoiti o di oocisti, per il suo completamento occorrono 3 settimane. La maggior parte dei gatti infestati da Toxoplasma gondii non mostra alcun segno clinico. Tuttavia, in seguito alla penetrazione nella parete del tenue il microrganismo può diffondere ai linfonodi o ad altri organi per via linfatica o ematica. Se a livello degli organi bersaglio si sviluppano focolai necrotici, si osserva la comparsa di segni clinici riferibili all’interessamento degli organi e degli apparati colpiti. Quelli interessati più comunemente sono i polmoni ed il fegato. I segni clinici più frequenti sono rappresentati da anoressia, letargia e dispnea da polmonite. Al secondo posto in ordine di frequenza si collocano l’uveite e le emorragie retiniche. Anche se alcuni gatti muoiono a causa dell’infestazione, la maggior parte dei soggetti colpiti guarisce e sviluppa un’immunità. Si ignora perché alcuni soggetti vengano a morte mentre altri restino asintomatici. La toxoplasmosi può essere una grave malattia nella specie umana, nel periodo della gravidanza, tuttavia è dimostrato che il gatto non ha un ruolo particolarmente rilevante nella trasmissione della malattia (per approfondimenti si rimanda all’articolo apposito). I gatti eliminano tipicamente una gran quantità di oocisti solo per uno o due settimane e di solito per una sola volta nella vita. Se l’eliminazione recidiva, il numero di oocisti immesse nell’ambiente è quasi insignificante. La presenza delle oocisti nelle feci è massima nei gattini di 6-14 settimane di vita. Una volta nell’ambiente, le oocisti resistono ai disinfettanti, al congelamento dall’essiccazione. Possono essere uccise mediante esposizione alla temperatura di 70° per 10 min o più. Un episodio di eliminazione di oocisti non è correlato alla produzione di anticorpi. La negatività dei test sierologici indica la mancata esposizione e la suscettibilità all’infezione. L’esito positivo indica invece che il gatto probabilmente ha eliminato le oocisti nell’ambiente in passato e, quindi, è molto meno probabile che torni a farlo in futuro rispetto di un soggetto sieronegativo.
Diagnosi: cosa fa di solito il veterinario
1. Tachizoiti, che vivono nei tessuti dell’organismo
2. Bradizoiti, che vivono nei tessuti dell’organismo e
3. Oocisti, che vengono eliminate con le feci
Anche se infestazione può essere contratta in diversi modi, nella maggior parte dei casi la causa è rappresentata dall’ingestione di tessuti di mammiferi parassitati. Il ciclo vitale più comune inizia con l’ ingestione delle cisti tissutali. Queste vengono digerite, liberando i bradizoiti, che penetrano nella parete del tenue. Si ha quindi una serie di generazioni asessuate seguite da un ciclo sessuato (solo nei felini), che infine produce le oocisti. Queste vengono eliminate con le feci. Tuttavia, non sono infestanti finché non sono state esposte all’aria e non hanno sporulato per almeno un giorno. L’intero ciclo vitale può essere completato entro tre giorni dall’ingestione delle cisti tissutali. Se il ciclo vitale inizia con ingestione di tachizoiti o di oocisti, per il suo completamento occorrono 3 settimane. La maggior parte dei gatti infestati da Toxoplasma gondii non mostra alcun segno clinico. Tuttavia, in seguito alla penetrazione nella parete del tenue il microrganismo può diffondere ai linfonodi o ad altri organi per via linfatica o ematica. Se a livello degli organi bersaglio si sviluppano focolai necrotici, si osserva la comparsa di segni clinici riferibili all’interessamento degli organi e degli apparati colpiti. Quelli interessati più comunemente sono i polmoni ed il fegato. I segni clinici più frequenti sono rappresentati da anoressia, letargia e dispnea da polmonite. Al secondo posto in ordine di frequenza si collocano l’uveite e le emorragie retiniche. Anche se alcuni gatti muoiono a causa dell’infestazione, la maggior parte dei soggetti colpiti guarisce e sviluppa un’immunità. Si ignora perché alcuni soggetti vengano a morte mentre altri restino asintomatici. La toxoplasmosi può essere una grave malattia nella specie umana, nel periodo della gravidanza, tuttavia è dimostrato che il gatto non ha un ruolo particolarmente rilevante nella trasmissione della malattia (per approfondimenti si rimanda all’articolo apposito). I gatti eliminano tipicamente una gran quantità di oocisti solo per uno o due settimane e di solito per una sola volta nella vita. Se l’eliminazione recidiva, il numero di oocisti immesse nell’ambiente è quasi insignificante. La presenza delle oocisti nelle feci è massima nei gattini di 6-14 settimane di vita. Una volta nell’ambiente, le oocisti resistono ai disinfettanti, al congelamento dall’essiccazione. Possono essere uccise mediante esposizione alla temperatura di 70° per 10 min o più. Un episodio di eliminazione di oocisti non è correlato alla produzione di anticorpi. La negatività dei test sierologici indica la mancata esposizione e la suscettibilità all’infezione. L’esito positivo indica invece che il gatto probabilmente ha eliminato le oocisti nell’ambiente in passato e, quindi, è molto meno probabile che torni a farlo in futuro rispetto di un soggetto sieronegativo.
Diagnosi: cosa fa di solito il veterinario
- Esame radiografico: l’organo più frequentemente colpito è il polmone. Nelle radiografie si osservano aree o chiazze di epatizzazione polmonare.
- Enzimi epatici: possono essere aumentati quando è colpito il fegato; tuttavia, si tratta di un riscontro aspecifico e comune a molte malattie nel gatto.
- Titoli anticorpali (IgM) questi anticorpi compaiono nelle fasi iniziali dell’infestazione e sono presenti per circa tre mesi. Sono correlati ad un’infestazione recente o in atto.
- Titoli anticorpali (IgG): questi anticorpi compaiono a partire dalla quarta settimana dopo l’infestazione e persistono per mesi o anni. Generalmente, riflettono infezione pregressa.
Prognosi
La prognosi è generalmente buona per le forme non aggressive (la stragrande maggioranza) e comunque è buona se la condizione viene diagnosticata e trattata nelle fasi iniziali.
Prevenzione della trasmissione agli umani
La prognosi è generalmente buona per le forme non aggressive (la stragrande maggioranza) e comunque è buona se la condizione viene diagnosticata e trattata nelle fasi iniziali.
Prevenzione della trasmissione agli umani
- Manipolazione delle carni: gli utensili e le superfici che vengono a contatto con le carni crude devono essere lavati con acqua e sapone. Le carni devono essere cotte a 70° o congelate prima della cottura. Evitare il contatto diretto con le feci del gatto, eliminare le deiezioni dalla lettiera ogni giorno (le oocisti diventano infestanti dopo almeno 24 h), lavarsi accuratamente le mani dopo aver cambiato le lettiere. La malattia decorre quasi sempre asintomatica e non comporta alcun problema, tranne nelle persone fortemente immunocompromesse (malati di AIDS, chi assume farmaci immunosoppressori) e nelle donne in gravidanza, poichè pericolosa per il feto.
- Donne gravide: che la donna gravida non debba avere nessun contatto con i gatti è una leggenda metropolitana senza alcun fondamento scientifico e va sfatata. E’ sufficiente seguire le basilari norme d’igiene ed attenersi ai consigli sopra descritti per preservare la propria salute e quindi quella del nascituro. Per maggiori informazioni sulla toxoplasmosi in gravidanza ed il ruolo dei gatti, riferirsi al post dedicato (usare la funzione ricerca in homepage!)