Rodenticidi, esche avvelenate, un pericolosissimo business, che fa leva sulla paura della gente nei confronti dei ratti e dei topi, ed è causa ogni anno di seri danni, più di quanto potenzialmente ne causino i roditori.
Bocconi, paste, sfarinati, e chi più ne ha più ne metta. Esche appetibili e micidiali, di solito a base di anticoagulanti.
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Alcuni esempi di esche topicide |
Gli anticoagulanti utilizzati per la produzione di esche rodenticide chimicamente appartengono tutti a 2 categorie: cumarine e indandioni. Il loro meccanismo di azione è comunque simile: agiscono a livello del fegato come antagonisti della vitamina K interferendo con la sintesi dei fattori della coagulazione del sangue Vitamina K- dipendenti. La loro azione inizia almeno dopo 3 giorni dall’ingestione, provocando emorragie interne diffuse che debilitano l’animale. La morte sopraggiunge mediamente dopo 12-15 giorni di agonia. Ma questa è solo
la punta di un iceberg, ecco infatti i principali SVANTAGGI dei topicidi/rodenticidi:
1. Il controllo demografico attuato tramite
rodenticida/topicida non e' risolutivo e
deve essere ripetuto periodicamente.
2. I costi sono sempre abbastanza elevati.
La necessita' di ripetere le derattizzazioni
peggiora ulteriormente e notevolmente il
rapporto costi/benefici delle derattizzazioni
tradizionali.
3. Nonostante normalmente nelle derattizzazioni
vengano applicati cartelli di segnalazione il
pericolo per bambini piccoli non seguiti
continuamente dai genitori e' reale.
4. L'impatto ambientale dei rodenticidi/topicidi
e' notevole: passano nelle falde e causano danni
agli organismi acquatici, contaminano i sedimenti
ed alcuni si comportano da interferenti endocrini
(interferiscono con il funzionamento del sistema
ormonale di molti organismi viventi, uomo compreso).
5. I veleni rilasciati sul suolo pubblico possono
provocare la morte di molti altri animali
domestici e selvatici.
In vari comuni in Italia si sono verificate vere
e proprie morie di cani e gatti a causa delle
esche topicide posizionate dagli addetti comunali.
6. Esistono anche casi di stragi di piccoli uccelli
quasi sicuramente dovuti all'assunzione di veleno
per topi lasciato in un luogo accessibile.
7. Visto che topi e ratti si trovano in fondo alla
catena alimentare, i predatori che si cibano di
questi ultimi potrebbero a loro volta venire
avvelenati. In pericolo dunque potrebbero essere
anche delle specie protette (rapaci, ecc).
8. I roditori sviluppano nel tempo una resistenza
nei confronti delle sostanze tossiche, e pertanto
diventa necessario studiare ed immettere
nell'ambiente veleni sempre diversi e sempre più
potenti, dagli effetti imprevedibili.
9. Ogni volta che si immette in commercio una nuova
sostanza chimica la legge richiede test di tossicità
su diverse specie animali: ciò significa che decine di cani,
gatti, uccelli, pesci, ecc. verranno avvelenati appositamente,
solo per scrivere sull’etichetta del prodotto la DL50
ovvero la dose letale per il 50% degli animali su cui si è fatto
l’esperimento.
10. Il rilascio di cadaveri degli animali avvelenati
rappresenta un'ulteriore fonte di inquinamento
nell'ambiente urbano ed un notevole problema di carattere
igienico, molto più di quanto lo rappresentino i topi vivi.
11. Esistono soluzioni alternative, più efficaci nel tempo, rispettose della vita e
dell'ambiente. Per le soluzioni ecologiche al problema, vedi
post dedicato. La derattizzazione con l'uso di veleni è un metodo superato, la cui unica ragione di esistere è il business delle aziende che vendono questi prodotti.
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Esche topicide sparse in un ex supermercato in abbandono: piuttosto che asportare i residui di cibo e pulire si è preferito lasciare tutto lì in completo degrado e spargere veleni! |
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Una carcassa di ratto sull'asfalto bagnato dalla pioggia |
Bibliografia e fonti
Esperienza diretta presso studi veterinari e centri di recupero fauna
- Frederick M. Fishel, 2005, Pesticide Toxicity Profile: Coumarin and Indandione Rodenticides. Institute of Food and Agricultural Sciences, University of Florida, Gainesville, FL 32611.
- S. Kegley, B. Hill, S. Orme, PAN Pesticide Database, Pesticide Action Network, North America (San Francisco, CA. 2007), http:www.pesticideinfo.org.
- L.J. Casarett & J. Doull "The Basic Science of Poisons", MacMillan Pub. Co. Inc. Ed.
CONTATTI:
Dr. Massimo Tettamanti, chimico, docente Scienze Ambientali e Disinquinamento, Università La Bicocca, Milano.