31 marzo 2012

Anatomia del gatto: reni e vie urinarie

Reni
I reni del gatto sono ghiandole a forma di fagiolo situate nei lati sinistro e destro della regione lombare. Si appoggiano alla parete dorsale della cavità addominale e sono lisci, globulari e pesano in media dai 10 ai 20 g ciascuno (insieme costituiscono 1/20 del peso corporeo). Sono di colore giallastro e coperti da una rete di tre o quattro vene interlobulari convergenti nell'ilo.
Vie urinarie
  • Gli ureteri: in ciascun rene, l'urina viene raccolta dal bacinetto renale, da cui viene trasportata nella vescica dall'uretere. Gli ureteri hanno un diametro stretto e pareti sottili;
  • La vescica, un serbatoio mediale singolo, distensibile, relativamente piccolo e arrotondato con una spessa parete muscolare coperta dal peritoneo. Quando la vescica si contrae, l'urina viene spinta nell'uretra durante la minzione;
  • L'uretra, un lungo dotto condiviso nei maschi da urina e sperma, mentre è corto e indipendente nelle femmine.

Come il fegato, il rene è un organo di eliminazione e detossificazione primario. Con un ricco apporto sanguigno (i reni ricevono costantemente circa un quarto della gittata cardiaca), i reni filtrano il sangue ed eliminano i rifiuti ivi contenuti, inclusi i pigmenti derivati dall' emoglobina, urea, e creatinina, i prodotti della scomposizione ormonale e sostanze di origine esterna (sostanze xenobiotiche). Dato che questo processo di filtrazione causa anche la perdita di certi elementi preziosi (glucosio, sodio, calcio, amminoacidi, ecc., e anche acqua), i reni selettivamente ricercano e recuperano gli elementi desiderati dopo la formazione di un filtrato glomerulare.
Formazione dell’urina
L'unità principale in cui si forma l'urina è costituita da un tubo dotato di molteplici curvature chiamato nefrone (unità fondamentale del rene). I reni sono costituiti da quasi un milione di nefroni. Ciascun nefrone è alimentato da un piccolo capillare che subisce una filtrazione passiva. A causa della pressione arteriosa, l'acqua e tutti gli elementi che possono passare attraverso i pori del filtro lasciano i capillari. Questa regione è chiamata la camera glomerulare. In un gatto che pesa 3 kg, si formano dai 6 ai 12 mL di filtrato glomerulare al minuto, circa 8-16 litri al giorno, anche se il suo volume ematico è di soli 200 mL. Ciò dimostra l'importanza delle funzioni di riassorbimento del nefrone. Grazie ad una serie di trasportatori specializzati, le pareti delle varie parti del nefrone trasferiscono costantemente elementi preziosi dall'urina al sangue. Questi trasferimenti includono anche il passaggio dell'acqua, con conseguente concentrazione dell'urina. Il gatto conserva l'acqua molto efficacemente; nel caso di disidratazione, può produrre urina altamente concentrata (con una concentrazione di oltre cinque volte più alta del sangue). In condizioni normali, la quantità quotidiana totale di urina prodotta è da 10 a 15 mL per kg di peso corporeo. I reni dei gatti sono relativamente piccoli ma molto attivi, ecco perchè tendono ad usurarsi per primi con l'avanzare dell'età, a causa di un' errata alimentazione o dell'abuso di farmaci.

Urina


Quantità: da 10 a 15 mL/kg di peso/giorno
pH: da 5 a 7
Densità: da 1.010 a 1.040
Urea: da 800 a 4.000 mg/kg di peso/giorno
Creatinina: da 12 a 20 mg/kg di peso/giorno
Minzione
L'urina viene trasportata dai reni alla vescica dagli ureteri. La vescica ha una capacità talmente elevata che il gatto può passare oltre dodici ore senza urinare. Durante la minzione, l'urina viene espulsa dall'organismo tramite l'uretra, un condotto con caratteristiche diverse nei maschi e nelle femmine. Nei maschi, l'uretra si apre sulla punta del pene, che è rivolto verso il retro quando è a riposo.


30 marzo 2012

Anatomia del gatto: stomaco ed intestino

Stomaco
Lo stomaco del gatto è una sacca muscolare collegata all'esofago e al duodeno (intestino tenue) da due sfinteri, il cardias e il piloro; funziona come un serbatoio intelligente, adattandosi alla quantità di cibo ingerito, fino ad un volume massimo di 350-400 mL. Questo volume corrisponde ad oltre il 65% del totale volume digestivo. Il cibo viene poi trasformato in una massa fluida, o chimo, da una potente attività motoria e specialmente da una secrezione altamente acida che dissolve e altera le particelle di cibo. Un enzima chiamato pepsina e secreto da cellule specializzate della mucosa gastrica, inizia ad alterare le proteine.
Lo stomaco dei carnivori, compreso il gatto, produce una grande quantità di acido cloridrico per facilitare la digestione della carne, spesso ingerita insieme a piume, frammenti di ossa, cartilagini, ecc.


1. Esofago
2. Regione pilorica dello stomaco
3. Dotto biliare
4. Papille duodenali maggiore e minore
5. Dotto pancreatico
6. Stomaco (corpo)
Intestino

L'intestino del gatto è tipicamente corto, come in tutti i carnivori, affinchè il cibo carneo transiti velocemente evitando processi putrefattivi con conseguente assorbimento di tossine. L'intestino tenue è lungo da 1 a 1,7 m e l'intestino crasso, molto corto, è lungo dai 20 ai 40 cm. L'intestino tenue è il segmento più importante del processo digestivo e di assorbimento, specialmente nella sua parte iniziale (duodeno e digiuno). È infatti in queste parti dell'intestino tenue che l'attività enzimatica è maggiore, perché il chimo consiste di particelle abbastanza piccole (meno di 2 mm di diametro) da fornire un'ampia superficie di contatto e il pH, neutralizzato dalle secrezioni alcaline del fegato e del pancreas, è ottimale per l'attività enzimatica. Gli enzimi principali interessati sono tripsina e chimotripsina per le proteine, lipasi e fosfolipasi per i lipidi ed amilasi per gli amidi. Il corredo enzimatico del gatto è ben adattato alla sua dieta naturale. Proteine e lipidi sono ben digeriti dal gatto, mentre i carboidrati non lo sono. Il pancreas è la fonte principale degli enzimi necessari. La bile ha un ruolo nell'emulsione dei grassi nel duodeno, un processo necessario prima che i grassi possano venir attaccati dalle lipasi. La mucosa presenta sistemi di transito adatti alla maggioranza degli elementi di base prodotti da idrolisi enzimatica.

L'attività motoria dell'intestino tenue è caratterizzata dall'alternanza di diversi metodi contrattili. Contrazioni localizzate e non distribuite, chiamate contrazioni segmentarie, mescolano i substrati e li mettono in contatto con gli enzimi o la mucosa. Contrazioni coordinate distribuite su diverse dozzine di centimetri, o contrazioni peristaltiche, spostano ulteriormente il contenuto nel tratto.

L'intestino crasso inizia con un cieco curvo. Il cieco non è molto sviluppato nei carnivori. Il colon, lungo dai 20 ai 40 cm, in grado di estrarre una grande quantità d'acqua dal suo lume (il gatto è un animale di origine desertica e sfrutta al massimo l'assorbimento d'acqua dagli alimenti), disidrata e dà forma alle feci. Nel segmento terminale del colon si verificano alcune residue attività enzimatiche, ma interessano principalmente la microflora contenuta in tale segmento. I numerosi batteri benefici che colonizzano questa parte del tratto digerente limitano la propagazione di patogeni (batteri o funghi dannosi) e partecipano alla sintesi di vitamine.
Le feci sono contenute nell'intestino crasso fino al momento della defecazione.
Il colon termina in un breve retto e un ano con due ghiandole anali (sacchi anali) che producono una secrezione dall'odore molto pungente e diverso da animale ad animale. Tale secrezione viene usata per marcare il territorio e nelle attività di identificazione fra gatti. La capacità totale media dell'intestino è di circa 250 mL.







29 marzo 2012

Anatomia del gatto: la bocca e i denti

Cavità orale e lingua del gatto

La cavità orale ha una grande apertura, o bocca, circondata da 2 labbra: il labbro superiore con le vibrisse (baffi) e il labbro inferiore, con un bordo libero e leggermente ondulato. Palato e labbra sono generalmente rosa nei gatti bianchi o dal manto prevalentemente chiaro (rossi, bianchi e neri, bianchi e tigrati, ecc.), mentre nei gatti dal manto più scuro (ad es. prevalentemente tigrati o neri) labbra e palato possono essere marroni o neri, anche solo parzialmente. Il palato è coperto da un piccolo numero di creste rialzate e serrate (creste palatine). La lingua non presenta un solco mediano ed è corta e larga. Grandi papille coniche cornificate ricoprono la lingua, rendendola molto ruvida (velcro) e ideale per le attività di pulizia personale. La faringe collega la cavità orale all'esofago ed è anche collegata alla cavità nasale. L'esofago è lungo, largo ed estremamente dilatabile.



1. Tiroide
2. Esofago
3. Trachea
4. Laringe
5. Epiglottide
6. Tonsille palatine
7. Papille filiformi
8. Papille vallate
9. Papille coniche cornificate
10. Papille fungiformi
11. Papille foliate

Denti e formula dentaria del gatto adulto

Il gatto adulto possiede 30 denti, vere e proprie armi da caccia: 12 incisivi, 8 premolari, 6 molari e 4 canini. Gli incisivi sono molto ridotti e servono, insieme alla lingua, per raschiare le ossa delle prede. I premolari ed i molari sono a forma di lama e servono a recidere fibre muscolari e tendini (le carni della preda) e a frantumare le ossa. L'ultimo premolare nella mascella superiore e l'unico molare nella mascella inferiore, sono detti denti carnassiali. Il I 4 canini, come in tutti i felidi, sono particolarmente lughi ed affilati. Molto robusti, sono anche riccamente innervati e questo ne fa degli organi di senso specializzati: con i canini, il gatto sente il punto esatto in cui mordere per uccidere la preda all’istante.
Il cranio compatto e globulare consente al gatto di sviluppare una forza masticatoria ottimale. La mandibola del gatto, come quella di tutti i carnivori, esercita solo un movimento verticale che serve principalmente a macinare e tagliare. La reale masticazione (uso dei molari) è minima. La saliva inizia la preparazione del bolo alimentare e lubrica l'esofago.


Formula dentaria (adulto):



Denti e formula dentaria del gattinoI denti da latte o decidui sono 26 e la formula dentaria del gattino è la seguente:  

L’eruzione dei denti da latte avviene intorno alla 3° settimana di vita mentre la sostituzione con i denti permanenti inizia dagli incisivi al 3° mese.
Tra i canini ed i premolari è presente uno spazio (vedi immagine sotto), che il gatto utilizza spesso per adagiare e "portare" le piccole prede (per es. lucertole) senza ucciderle o morderle, mantenedole in vita.


28 marzo 2012

Anatomia del gatto: apparato digerente

Schematicamente, il tratto digerente del gatto è diviso in tre segmenti:
  • Un segmento orale utilizzato nei primi stadi della digestione, accumulo, macinazione e macerazione. Questo segmento include la cavità orale, la faringe, l'esofago e lo stomaco;
  • Un segmento centrale ( intestino tenue), in cui viene trasferito il contenuto dello stomaco solo dopo una riduzione sufficiente delle dimensioni delle particelle, e dove avviene la maggior parte della digestione e dell'assorbimento;
  • Un segmento terminale ( intestino crasso), in cui si verificano la fermentazione, deidratazione e formazione finale delle feci prima della defecazione.

Si aggiungono poi gli organi annessi, coinvolti nella digestione: fegato e pancreas
Bocca
Stomaco ed intestino

27 marzo 2012

Anatomia del gatto: scheletro ed ossa

Il sistema muscolo-scheletrico ha un duplice ruolo: garantisce la coesione e la solidità del corpo nel suo complesso e consente all'animale di spostarsi nel proprio ambiente.
Lo scheletro del gatto è formato da 279 a 282 ossa, lunghe, piccole e sottili ma altamente resistenti.



Testa

L'osso frontale è estremamente corto. Il cranio del gatto è relativamente voluminoso e globulare, con grandi fosse e orbite temporali (tipico dei carnivori). Le mascelle sono corte e potenti.



Denti e formula dentaria del gatto adulto

Il gatto adulto possiede 30 denti, vere e proprie armi da caccia: 12 incisivi, 8 premolari, 6 molari e 4 canini. Gli incisivi sono molto ridotti e servono, insieme alla lingua, per raschiare le ossa delle prede. I premolari ed i molari sono a forma di lama e servono a recidere fibre muscolari e tendini (le carni della preda) e a frantumare le ossa. Il I 4 canini, come in tutti i felidi, sono particolarmente lughi ed affilati. Molto robusti, sono anche riccamente innervati e questo ne fa degli organi di senso specializzati: con i canini, il gatto sente il punto esatto in cui mordere per uccidere la preda all’istante.


Tronco

Colonna vertebrale: da 50 a 54 vertebre in particolare 7 vertebre cervicali, 13 toraciche, 7 lombari, 3 sacrali e da 20 a 24 vertebre caudali (coccigee).
Torace: sterno consistente di 8 sternebre; 13 coppie di costole, di cui 9 sono sternali.
Arti


Arti anteriori

Ciascun arto anteriore è composto da 41 ossa:

  • la cintura toracica: clavicola semplice (molto ridotta e svincolata) e scapola;
  • 1 osso del braccio: l'omero;
  • 2 ossa dell' avambraccio: il radio, piatto e arcuato, e la più lunga ulna;
  • 36 ossa della mano: 5 dita (quattro dita esterne complete e un pollice interno incompleto). Il carpo è formato da 7 ossa e il metacarpo include 5 ossa. Sono presenti 13 falangi (3 in ciascun dito esterno e 2 nel pollice).
Gli artigli sono la parte cornificata dell'estremità digitale. Ogni artiglio è ricurvo e lateralmente piatto. Gli artigli sono molto acuminati e rimangono ritratti in una guaina cutanea (posizione di riposo) oppure sfoderati all'occorrenza.

I cuscinetti delle zampe sono in genere situati al di sotto e dietro le dita delle zampe anteriori e posteriori. Gli arti toccano il suolo tramite tali cuscinetti. L'avampiede presenta 5 cuscinetti digitali, uno per ciascun dito. Il grande cuscinetto palmare triangolare o cuscinetto metacarpale è al centro della mano. All'interno del palmo, grazie ai cuscinetti, viene a formarsi una cavità molto morbida. Un piccolo cuscinetto carpale arrotondato, non molto pronunciato, è situato in cima alla mano (sperone).
 
Vista dorsale della mano13. 3° metacarpale14. 2° metacarpale15. 1° metacarpale16. 4° metacarpale17. 5° metacarpale25. Cresta ungicolare26. Apice falangeo

Struttura di una falange distale del gattoSezione dorsale, palmare e verticale
Estremità distale
A. Falange mediaB. Falange distaleC. ArtiglioD. Piega cutanea dell'artiglioE. Cuscinetto digitaleF. Cavità articolare1. Superfici di articolazione delle falangi2. Legamento della 2ª e 3ª falange3. Tendine estensore del dito4. Tendine flessore del dito5. Legamento elastico rilassato7. Porzione adiposa dei cuscinetti digitali8. Copertura cutanea
Arti posteriori

Ciascun arto posteriore è composto da 39 ossa:
1 nella cintura pelvica; l'osso coxale, quasi dritto, che si estende orizzontalmente;
1 nell'anca: il femore, lungo e cilindrico;
3 nella gamba: una rotula piatta, lunga e spessa; una lunga tibia e una fibula stiloidea;
4 dita del piede complete e un dito interno (variabile in relazione al piede);
7 ossa disposte in due file nel tarso;
4 ossa curve nel metatarso.
Il gatto presenta un garretto angolato, una cresta tibiale abbastanza lunga ed una regione digitale compatta con dita molto arcuate e vicinissime tra loro. Sulla superficie plantare sono presenti 5 cuscinetti carnosi: un grande cuscinetto digitale trilobato circondato dagli altri quattro. Il peso del corpo è sostenuto dalle dita, essendo il gatto un animale digitigrado.






26 marzo 2012

La cute ed il pelo del gatto


Cute

La cute del gatto è elastica e molto resistente e il suo spessore varia dai 0,4 ai 2 mm, a seconda della regione del corpo.
Il ruolo principale della cute è di costituire una barriera fra l'ambiente esterno e quello interno, limitando la permeabilità tramite il pelo e gli strati cornificati dell'epidermide. Questa barriera funziona in entrambe le direzioni ed è essenziale per limitare la perdita d' acqua ed elementi preziosi, e per la prevenzione di una penetrazione eccessiva di elementi estranei.


Ghiandole cutanee

Le ghiandole sebacee sono collegate al follicolo pilifero. Secernono una sostanza grassa (sebo) e sono coinvolte nella formazione del film protettivo essenziale per la salute della cute e della pelliccia.
Esistono due tipi di ghiandole sudoripare: ghiandole apocrine, che si aprono nel follicolo pilifero, e ghiandole eccrine, che si aprono direttamente sulla cute. Nei carnivori, le ghiandole eccrine sono limitate ai cuscinetti dei piedi e sembrano avere un ruolo importante nell'aumento della trazione. Le ghiandole apocrine sono distribuite sull'intera superficie del corpo e producono un liquido alcalino ricco di proteine, ma il loro flusso è minimo e varia solo leggermente a seconda della temperatura corporea.

In alcune aree, compresa la faccia, le ghiandole producono sostanze speciali, o feromoni, che sono molto importanti per il gatto quando marca il suo ambiente familiare e nelle sue relazioni sociali. I gatti che sembrano grattare un prurito strofinando le guance contro un oggetto verticale stanno in realtà marcando la loro presenza. Il gatto quindi suda soltanto tramite i polpastrelli e quando fa caldo la termoregolazione è affidata alla traspirazione attraverso la superficie linguale e l'aumento della ventilazione, ecco perchè il gatto è a maggior rischio di colpi di calore rispetto ad un essere umano.


Pelo

Il pelo ha un ruolo speciale nella protezione della cute dai traumi, nella termoregolazione ed ha anche una funzione sensoriale. Il follicolo pilifero è una invaginazione nell'epidermide che genera il pelo da una matrice o bulbo. Nei carnivori sono presenti tre tipi di follicolo:
  • 1 follicolo primario principale che contiene il pelo principale, o di guardia, che è lungo circa 4 cm nella maggioranza dei gatti a pelo corto.
  • 2 follicoli primari laterali che generano i peli di barba (peli secondari o tettori), questi 3 follicoli sono circondati da circa quindici follicoli secondari che producono il pelo lanuginoso (sottopelo).


Esistono diverse categorie di pelo:

  • I peli del mantello esterno, o di guardia (peli primari): lunghi, spessi, dritti, pigmentati, spatoliformi alle estremità distali. Elemento protettivo del mantello, abbondante nelle parti superiori del corpo.
  • I peli di barba (anch'essi protettivi): piegati all'estremità inferiore e appuntiti in punta, simili ad una clava.
  • I peli intermedi o eterotipici: questi peli sono ondulati e sottili alla base e anch'essi terminano in una clava. Hanno un ruolo protettivo.
  • Peluria o sottopelo: peli sottili, ondulati e molto densi con un ruolo di isolamento termico.
  • Peli tattili e vibrisse sono tipi speciali di peli presenti principalmente sul muso e sulle zampe anteriori. Sono collegati a recettori meccanici ed hanno un ruolo sensorio.


La crescita del pelo è costante e ciclica. Ciascun ciclo consiste di tre fasi principali: (anagen, catagen e telogen). Durante l'anagen, o fase di crescita, vengono generati circa 0,3 mm di pelo al giorno (peli di guardia). La fase catagen è una fase di transizione che precede la fase telogen di "riposo". Telogen è la fase più lunga, specialmente d'inverno. In certi periodi dell'anno è possibile osservare un ingresso raggruppato nella fase anagen. Tale perdita di pelo è stagionale ed è regolata essenzialmente dal ciclo luce-oscurità. La pulizia personale occupa la maggior parte della vita quotidiana del gatto ed è facilitata dalla sua lingua agilissima e ruvida con papille cornificate. Durante questa pulizia personale, il gatto ingerisce una grande quantità di pelo, specialmente in periodi di perdita di pelo.

25 marzo 2012

Pronto soccorso per il gatto disidratato

Se un gatto a causa di una patologia (infezioni virali e/o batteriche, malattie metaboliche, ecc.) non beve o beve in modo insufficiente o peggio presenta concomitanti vomito e/o diarrea, in poche ore va incontro a disidratazione più o meno grave, fino a morirne se non si interviene tempestivamente con la cura adatta, la fleboterapia e possibilmente con la fornitura di acqua o brodo per bocca, con una siringa senza ago. Soprattutto i gattini fino a 6 mesi si disidratano gravemente in poche ore, tanto più quanto sono piccoli. Nel caso non sia disponibile subito un veterinario in questi casi un nostro intervento potrebbe salvare la vita a molti gatti.
Cosa fare se il gatto non beve e non mangia

E' frequente che un gatto che sta male, non mangi e a volte (più grave) può capitare che non vada nemmeno a bere. I gatti per natura bevono molto poco ed assimilano gran parte dei liquidi necessari attraverso il cibo, ecco perché se non mangiano o mangiano in modo insufficiente rischiano di disidratarsi e necessitano, oltre che della cura per eliminare la malattia di base, della fornitura assistita di acqua e /o brodo per bocca, anche di idratazione attraverso fluidoterapia (flebo). Nell'attesa dell'intervento di un veterinario, provate a porgere sotto il naso del gatto la ciotola dell'acqua fresca: a volte la malattia li debilita e deprime al punto che non hanno la forza di alzarsi per andare a bere/mangiare. Offrite acqua o del brodo di carne tiepido. Se il gatto non ne vuole sapere di bere da solo, dovrete farlo bere con una siringa senza ago: riempitela di acqua o brodo (fornisce anche proteine, è anche un alimento), inseritela delicatamente nella parte laterale della bocca (dove c'è uno spazio tra i denti) e fate fluire il liquido controllando che deglutisca. Per non sporcare cercate di aiutarvi con uno straccio e soprattutto non dovrete insozzare o bagnare il gatto che potrebbe anche risentirne. Se il gatto deglutisce, bene, andate avanti così e ripetete l'operazione il più spesso possibile, finché lo richiede, fino a quando interverrà il veterinario. Non aspettate a consultare il veterinario perché un ritardo nella cura (e spesso basta una banale terapia antibiotica a risolvere il problema) potrebbe essere fatale, specie nei gattini!
Se il gatto non deglutisce e tutto il liquido fuoriesce ripetutamente, non c'è modo di farlo bere e/o vomita (brutto segno), l'unica cosa da fare sarà quella di idratarlo urgentemente attraverso fleboterapia sotto cute (di solito Ringer lattato) e sperare che riprenda a deglutire (mai smettere di fornire acqua e brodo per bocca ad un gatto anche se in contemporanea fleboterapia!). Se non è disponibile in tempi brevi un veterinario ed in casi veramente urgenti (in cui il mancato tempestivo soccorso comporterebbe gravi pericoli per il gatto) procuratevi in farmacia una flebo di Ringer lattato con diffusore (spiegate la situazione, dovrebbero darvela) e fate fare la flebo al gatto da chi sa o fatevi insegnare.


Come accorgersi se un gatto è disidratato
Per conoscere lo stato di idratazione di un gatto (o un gattino) è sufficiente sollevare e rilasciare la pelle della collottola ed osservare alcune cose: in un gatto normale la pelle è elastica, reattiva e ritorna velocemente nella posizione di partenza. Se invece il gatto è disidratato si ha difficoltà ad afferrare la collottola avendo l'impressione di toccare qualcosa di poco elastico, secco e stuccoso. La pelle tende a restare sollevata tornando lentamente nella posizione di riposo, tanto quanto più è grave lo stato di disidratazione.
A volte nei gatti adulti obesi o in alcuni "molto compatti" per natura può risultare difficile afferrare la collottola ma ciò non vuol dire che siano disidratati!

24 marzo 2012

Scolo nasale cronico e congiuntivite nei gatti

Scolo nasale cronico
Viene considerato cronico uno scolo nasale che dura da più di 30 giorni. Esistono almeno 8 tipi di malattie che possono essere responsabili di questa manifestazione. La natura dello scolo (muco, pus, sangue, ecc.) non è indicativa della sua eziologia (causa). I gatti colpiti, di solito mostrano periodicamente intensi episodi di starnuti.



Congiuntivite
Nei gattini (raramente negli adulti) è frequente l'irritazione oculare dovuta ad infezioni delle alte vie respiratorie (Calicivirus e Herpesvirus felini, Chlamydia). Gli occhi possono presentarsi arrossati, pieni di muco e pus, inoltre possono essere molto gonfi. Le palpebre tendono a chiudersi e ad incollarsi e se non si interviene tempestivamente con un'accurata pulizia ed con una terapia adeguata, il gattino perde gli occhi (nel vero senso della parola).


 

Cosa fare

Se si rinviene un gatto o un gattino con uno scolo nasale e/o oculare, nell’attesa del veterinario, pulire bene il naso e soprattutto gli occhi con un batuffolo di cotone inumidito con l’acqua tiepida, camomilla e un po’ olio d’oliva (emolliente). Se gli occhi sono chiusi cercare di aprirli delicatamente di modo che le palpebre non rimangano incrostate ed incollate. Il tutto dev’essere eseguito con molta delicatezza. Contattare il veterinario. Per il primo soccorso di gattini con gli occhi gonfi leggere QUI.
Cosa fa di solito il veterinario

Visita generale. Eventualmente esami radiografici per osservare i seni paranasali, indagini colturali, sierologiche, ecc.
Diagnosi differenziale

  • Infezioni virali: Herpesvirus o Calicivirus felini
  • Infezioni batteriche: Pseudomonas aeruginosa, Proteus mirabilis, Staphylococcus aureus, ecc.
  • Infezioni micotiche: Cryptococcus neoformans, Histoplsma capsulatum
  • Neoplasie: Adenocarcinoma, linfosarcoma, ecc.
  • Polipi infiammatori
  • Corpi estranei
  • Allergia alimentare
  • Atopia

Nei gatti in cui il problema si manifesta prima dei 6 anni d’età sono più probabili le infezioni virali o batteriche. In quelli con più di 10 anni, è invece più probabile una neoplasia (che determina in genere una deformazione monolaterale del dorso del naso o dell’intera area nasale). Le altre malattie non sono correlate all’età.

Trattamento
  • Antibiotici: nella maggior parte dei casi gli antibiotici possono alleviare temporaneamente le manifestazioni cliniche, perché in genere la situazione è complicata da infezioni batteriche secondarie.
  • Idratazione: la fluido terapia, è utilissima in caso di disidratazione, anche per fluidificare le secrezioni nasali.

23 marzo 2012

Quando il gatto beve molto

Se il gatto beve molto e fa molta pipì (polidipsia e poliuria)

Il gatto è un animale di origine "desertica" e per natura beve poco, rispetto ad altri mammiferi, avendo la capacità di assorbire grandi quantità d'acqua dal cibo umido.

Quando il gatto assume una quantità eccessiva d’ acqua (polidipsia, quantità superiore a 100ml/Kg/die), ciò può essere dovuto ad una condizione patologica, all’alterazione dei normali meccanismi omeostatici che regolano la sete e la formazione dell’urina. Se il gatto beve molto dopo aver mangiato crocchette, non si tratta generalmente di una malattia ma di un meccanismo fisiologico ed utile, infatti i cibi secchi industriali richiamano molta acqua, che deve essere necessariamente assunta dal gatto per evitare problemi di salute (soprattutto renali). Nella maggior parte dei casi però, specie se l’abbondante assunzione di acqua è accompagnata da una maggiore eliminazione di urina (poliuria, quantità superiore a 50ml/Kg/die), siamo di fronte ad alterazioni che possono essere conseguenza di stati patologici anche gravi. La poliuria (emisione abbondante di urina) non va confusa con un’emissione frequente, che invece è di solito correlata a stati infiammatori delle basse vie urinarie (cistite, presenza di calcoli nell’uretra, ecc.). La polidipsia/poliuria costituisce un problema frequente e può essere collegata ad una gran varietà di processi patologici. I più frequenti stati patologici che possono determinare polidipsia/poliuria sono:
  • Insufficienza renale cronica
  • Diabete mellito
  • Ipertiroidismo
  • Piometra

I segni clinici che accompagnano l’aumento della sete e della minzione variano in relazione alla causa primaria della malattia. Di solito la malattia renale cronica è il caso più frequente ed in questo caso (anche se non sempre) il gatto può manifestare anche altri segni: dimagrimento, mancanza di appetito, movimenti lenti, letargia, comportamento bizzarro nei confronti dell’acqua (zampe nella ciotola, testa sotto il rubinetto, scavare nell’acqua, ecc.). Mentre gli altri segni non sono tipici della malattia renale e possono essere presenti anche in altre condizioni patologiche, il comportamento bizzarro nei confronti dell’acqua è di solito il segno più precoce di patologia renale, anche quando non sia conclamata (indice di squilibrio?).

Altre cause meno comuni possono essere: epatopatie, diabete insipido, pielonefrite cronica, ipokaliemia, insufficienza renale acuta, ipercalcemia (di solito da leucemia), acromegalia da diabete insulino-resistente, iperadrenocorticismo (di solito presente in caso di diabete mellito insulino-resistente e gravi problemi dermatologici).
La diagnosi differenziale spetta naturalmente al veterinario.


Cosa fa di solito il veterinario?

Il veterinario effettua le indagini necessarie a verificare la presenza di patologie evidenziabili da alterazioni del sangue o delle urine: emogramma, profilo biochimico ed analisi delle urine. In particolare osserva i valori di creatinina, azotemia, bun, concentrazione delle urine (funzionalità renale), eccessiva presenza di glucosio nel sangue e/o nelle urine, chetonuria (diabete mellito). Per evidenziare eventuali epatopatie analizza i valori di AST, ALT , GGT e bilirubina. Per indagare sul funzionamento della tiroide può eseguire: T4 totale (umentato), potassio (diminuito), calcio (aumentato) ed esame urine. Possono essere eseguiti, se necessari, esami ecografici o radiografici. Il tutto è ovviamente accompagnato da un’attenta osservazione dello stato del gatto e da una approfondita visita. E’ importante che voi descriviate il più accuratamente possibile al veterinario eventuali segni o comportamenti insoliti manifestati dal gatto, per facilitare la diagnosi.
Trattamento

Interveti terapeutici primari:
acqua, per prevenire la disidratazione gli animali devono avere sempre a disposizione acqua fresca (cambiata il più spesso possibile), posta il ciotole pulite ed accuratamente risciaaquate con acqua corrente (no ai residui di detergenti). A volte il cloro dell’acqua può dare un odore sgradevole ed il gatto potrebbe preferire l’acqua piovana/stagnante: lasciatelo bere. La terapia della causa primaria (qualora sia possibile) è comunque essenziale per ottenere la risoluzione del problema.

Interventi terapeutici secondari: fluidoterapia (flebo sottocute o nei casi più gravi, endovena), è indicata nei gatti che presentano disidratazione.

22 marzo 2012

Anemia nel gatto

L’anemia, definita come una diminuzione del numero di eritrociti (globuli rossi) circolanti e dell’ emoglobina fino a valori al di sotto del limite della norma, può avere nel gatto numerose cause. A seconda della cronicità dell’anemia, l’anamnesi può indicare un calo di attività o una riduzione della tolleranza all’attività fisica. I segni possono essere pallore delle mucose, aumento dello sforzo respiratorio sotto stress, tachicardia (battito cardiaco accelerato), lieve soffio sistolico (rilevabile dal veterinario all’auscultazione). Il veterinario presterà attenzione alle dimensioni dei linfonodi periferici e della milza. E’ importante che il veterinario verifichi se si tratta di un’anemia rigenerativa o arigenerativa: ogni volta che l’ematocrito (la parte corpuscolata del sangue) risulta inferiore al 20%, verrà effettuato il conteggio dei reticolociti, o globuli rossi immaturi, per valutare la risposta midollare all’anemia. In generale, le forme rigenerative (presenza di reticolo citi in circolo) sono associate a perdita ematica o emolisi (rottura dei globuli rossi), mentre le non rigenerative dipendono da un calo della produzione di globuli rossi, per malattie del midollo osseo o un disordine extra-midollare. Il gatto è una specie animale con caratteristiche uniche perché può presentare 2 tipi di reticolociti, che possono far capire al veterinario se c’è stata una risposta rigenerativa recente.
Cosa fa di solito il veterinario: diagnosi differenziale

Anemia rigenerativa

Emolisi
(distruzione degli eritrociti) dovuta a
  • Parassiti eritrocitari: Haemobartonella felis , Cytauxzoon felis, Babesia spp.
  • Distruzione immuno-mediata
  • Anemia emolitica a corpi di Heinz
  • Danno ossidativo: blu di metilene, acetaminofene, benzocaina, fenazopiridina, altri avvelenamenti
  • Isoeritrolisi neonatale

Perdita ematica
  • Traumi o interventi chirurgici
  • Infestazione cronica da pulci

Anemia non rigenerativa


Intramidollare
  • Anemia emopoietica associata o meno ad infezione da virus della leucemia felina (FeLV) o all’immunodeficienza felina (FIV).Forme linfoproliferative, Forme mieloproliferative
  • Aplasia eritrocita ria
Extramidollare
  • Nefropatia cronica
  • Infiammazione cronica, stati infettivi cronici
  • Neoplasie
  • Stato nutrizionale scadente o digiuno prolungato

Indagini diagnostiche principali
  • Analisi del sangue (esame emocromocitometrico) che permette di valutare il numero di eritrociti, il valore dell’ematocrito. Vengono valutati anche gli strisci di sangue al microscopio per rilevare l’eventuale presenza di globuli rossi parassitati, di corpi di Heinz o altre anomalie morfologiche. A causa delle ridotte dimensioni degli eritrociti felini, all’esame microscopico non è rilevabile la sferocitosi, indice di una distruzione immunomediata dei globuli rossi.
  • Conteggio dei reticolociti, un esame di non facile interpretazione. Il conteggio dei reticolo citi deve essere corretto in funzione dell’ematocrito.
  • Screening per le infezioni virali del gatto (FIV, FeLV)
Prognosi e cure

La prognosi nei gatti anemici dipende dalla causa dell'anemia, dall’identificazione e efficace trattamento della causa primaria. In generale, la prognosi è migliore nei casi acuti che nelle forme non rigenerative.

21 marzo 2012

La tosse nel gatto

La tosse non si riscontra comunemente nel gatto. Può essere spia di diversi stati patologici ma di solito non indica cardiopatie.

Caratteristica posizione assunta per tossire dalla maggior parte dei gatti. L'animale si siede in posizione accovacciata con il collo in estensione.

Cosa fare

Se la tosse è di breve durata ed episodica, non è generalmente indice di patologie rilevanti. In caso contrario o se si sospetta una malattia, contattare il veterinario.
Possibili cause di tosse nel gatto:

Asma bronchiale/allergia
Reflusso gastro-esofageo
Filariosi cardiopolmonare
Chilotorace
Migrazione polmonare di larve parassitarie
Infestazione da nematodi polmonari
Malattie tracheali

Cosa fa di solito il veterinario


Indagini diagnostiche
Auscultazione, esame radiografico del torace, esame del sangue (emocromo), esame delle feci per nematodi polmonari, ricerca degli anticorpi per
D. immitis (filariosi cardiopolmonare) nel caso la radiografia toracica riveli ingrossamento e tortuosità delle arterie polmonari.

20 marzo 2012

Se il gatto respira male (dispnea)

Si definisce dispnea la difficoltà a respirare. Il termine viene frequentemente utilizzato anche per indicare la respirazione rapida (tachipnea). Anche se la frequenza respiratoria normale del gatto è di 20-60 atti respiratori al minuto, il riscontro di un valore più alto di 50 atti respiratori al minuto dovrebbe far sospettare la presenza di uno stato patologico. Le cause della dispnea sono numerose e possono essere divise in diverse categorie a seconda del tratto dell’apparato respiratorio coinvolto nella loro patogenesi. Poiché molti gatti con difficoltà respiratorie sono in condizioni precarie, le prime cure e la valutazione iniziale devono essere fatte con rapidità e cautela.


Classico atteggiamento del gatto con difficoltà respiratoria: respiro a bocca aperta, affannoso. Se la lingua sporge all'esterno ciò denuncia grave dispnea.

Cosa fare

Lasciare il gatto il più possibile tranquillo e contattare urgentemente il veterinario. Se la dispnea si presenta fugacemente in condizioni di particolare stress (molto frequente nei viaggi in auto e non denota malattia) e/o il clima è molto caldo ed il gatto non sembra irrequieto e si comporta normalmente, potrebbe non trattarsi di un problema.
Cosa fa di solito il veterinario

Indagini diagnostiche principali
  • Osservazione del colore delle mucose e della lingua: la presenza di cianosi (colore bluastro) indica che è in atto una crisi respiratoria ed impone l’adozione di misure terapeutiche di emergenza prima di passare ad ulteriori indagini diagnostiche.
  • Auscultazione: inizialmente, il veterinario valuta i suoni polmonari ed i toni cardiaci.
  • Esami radiografici: torace, regione cervicale e/o cranio
  • Toracentesi e analisi del liquido pleurico: punzione ed eventuale prelievo di liquido dallo spazio pleurico per esami citologici (esame invasivo da eseguire solo in caso di accertata necessità!)


Quali potrebbero essere le cause?

  • Privazione di ossigeno: anemia, metemoglobinemia
  • Vie aeree superiori: rinite, masse rinofaringee, collasso o compressione tracheale
  • Polmone: edema polmonare (per cardiopatie o affezioni polmonari), polmonite (virale, batterica, micotica, da corpo estraneo, parassitaria), trauma polmonare (contusione, torsione, cisti), filariosi cardiopolmonare, asma bronchiale, enfisema, neoplasia polmonare (primitiva o metastatica)
  • Spazio pleurico: chilotorace (primitivo o secondario), piotorace, emotorace (trauma, coagulopatie, disordini emorragici, torsioni), pneumotorace (trauma, parassitosi, cause iatrogene), ernia diaframmatica (traumatica, congenita), neoplasia (linfosarcoma, mesotelioma, timoma, neoplasia polmonare), idrotorace (cardiogeno, da pericardiopatie, masse mediastiniche, peritonite infettiva felina, ernia diaframmatica, torsione di un lobo polmonare).


Terapia

Ossigenoterapia, diuretici, corticosteroidi ad azione breve. Terapie atte a correggere la causa di base della dispnea. Verrà evitata la somministrazione di liquidi che potrebbe essere fatale per sovraccarico di fluidi e peggioramento dell’edema.
Prognosi

La prognosi varia in funzione delle condizioni del gatto al momento della sua presentazione al veterinario, della risposta al trattamento di emergenza e della malattia primaria.

19 marzo 2012

Se il gatto perde l'appetito e non mangia

La perdita d’appetito o anoressia nel gatto, può essere dovuta a diverse cause, patologiche o non, quali disordini metabolici , gastroenterici e neurologici, malattie infiammatorie/infettive, reazioni a farmaci/tossine, neoplasie, febbre, dolore, stress ambientale e scarsa appetibilità della dieta. Poiché il numero delle condizioni che possono portare alla perdita dell’appetito è così elevato, gli altri segni clinici che l’accompagnano sono estremamente variabili. Alcuni gatti presentano anoressia o anoressia/letargia/perdita di peso come unica manifestazione del processo patologico in atto. A differenza di altri mammiferi i felini sono carnivori obbligati, con esigenze nutrizionali speciali. Ciò è dovuto al fatto che questi animali consumano e disperdono in modo persistente alcuni principi nutritivi e ne sintetizzano altri in quantità inadeguata (vedere tabella). Di conseguenza, l’anoressia persistente o prolungata può portare a gravi alterazioni metaboliche, che complicano la situazione già in atto. Un ulteriore motivo di preoccupazione in caso di anoressia prolungata nel gatto è il potenziale rischio di lipidosi epatica. Di conseguenza il problema richiede un rapido consulto del veterinario, prima che si instauri uno stato di malnutrizione.


Princìpi nutritivi
Manifestazioni carenziali

Arginina
Ptialismo, iperestesia, vomito, tremori muscolari, atassia; i segni clinici possono comparire entro alcune ore o giorni.

Taurina
Degenerazione retinica, miocardiopatia dilatativa, problemi riproduttivi, scarso accrescimento nei gattini; i segni clinici possono comparire entro alcune settimane o mesi. Per i gatti la Taurina è un aminoacido essenziale, non sono in grado di sintetizzarlo.

Vitamina A
Degenerazione retinica, debolezza, mantello secco trascurato, scarso accrescimento dei gattini; i segni clinici possono comparire entro alcune settimane o mesi.

Acido arachidonico
Dermatite, secchezza del pelo, anemia, problemi riproduttivi, scarso accrescimento dei gattini; i segni clinici possono comparire entro alcune settimane o mesi.


Cosa fare

Se il gatto non mangia e si comporta in modo strano (dorme spesso, si muove poco), consultare al più presto il veterinario. Se il gatto è inappetente ma sembra stare bene provate a cambiare cibi: è probabile che non gradisca un particolare tipo di cibo e/o sia necessario variare la sua alimentazione. L’alimentazione del gatto dev’essere il più possibile varia e comprendere alimenti freschi.

Cosa fa di solito il veterinario

Indagini diagnostiche principali

  • Anamnesi: il veterinario vi potrà porre alcune domande relative all’ambiente in cui vive il gatto (in casa o fuori), ad eventuali recenti variazioni (spostamenti, introduzione di nuovi animali o membri della famiglia), viaggi, somministrazione di farmaci, esposizioni a tossine, comparsa di segni riferibili ad altri processi patologici (ad es. se il gatto beve tanto, urina molto, ha vomito o diarrea) e modificazioni della dieta.



  • Esame clinico: il veterinario visiterà accuratamente il gatto per escludere la presenza di ferite o ascessi, masse patologiche interne o esterne, linfadenopatia (linfonodi ingrossati), anomalie all’auscultazione polmonare, irregolarità dei reni alla palpazione, dolore, ecc. Farà anche un esame della cavità orale per rilevare eventuali corpi estranei, malattie gengivali o dentali, ulcere, ecc. A volte il veterinario può rilevare i segni di una malattia infettiva/infiammatoria attraverso una visita oculistica (osservazione della camera anteriore e della retina dell’occhio).



  • Esami di laboratorio: analisi del sangue e delle urine per escludere l’insufficienza renale (molto frequente nei felini), malattie metaboliche, ecc.



  • Radiografia o ecografia addominale: per rilevare anomalie di dimensione ed architettura dei diversi organi, ostruzioni gastroenteriche o neoplasie.


Note: la presenza di tartaro e le malattie dentali sono a volte causa di anoressia. Generalmente se vi sono problemi dentali il gatto cerca di mangiare ma mastica male, sputa il cibo e/o si lamenta mentre mangia o prova a mangiare. Anche in presenza di tartaro il veterinario provvederà ad escludere altre cause più gravi prima di valutare una pulizia dei denti (l’anestesia potrebbe essere controindicata!). In nessun caso il veterinario dovrebbe sottoporre ad anestesia un gatto di cui non conosca lo stato di salute. Nel gatto è frequente la perdita di appetito associata alla temporanea perdita del senso dell’olfatto, legata ad infezioni delle alte vie respiratorie (ad es. rinotracheite).

Trattamento
  • Deve venir trattata la causa primaria, per ripristinare l’appetito.
  • Fluidoterapia di sostegno: in caso di disidratazione, flebo di soluzione fisiologica sottocutanee o endovenose (casi più gravi)
  • Supporto nutrizionale: è importantissimo incoraggiare il gatto a mangiare, offrendogli cibi appetibili (provare con diversi cibi particolarmente graditi: umidi di alta qualità, pollo cotto o crudo freschi, pesce fresco, ecc.). Se il gatto non mangia, fornirgli del brodo tiepido con una siringa senza ago inserita al lato della bocca, a piccole gocce. Se proprio non sopporta il cibo, fornire acqua allo stesso modo (anche poco è sempre meglio che niente).



18 marzo 2012

Obesità nel gatto

Si definisce come obesità l’eccesso di grasso corporeo che si accumula in seguito all’aumentata assunzione di energia (incremento dell’assunzione di cibo e/o della sua densità calorica) o al calo dell’impiego energetico (riduzione del livello di attività e/o riduzione della funzionalità tiroidea). Le cause più comuni di obesità nel gatto sono la sovralimentazione associata alla vita sedentaria ed alla sterilizzazione/castrazione.
L’obesità può complicare molte condizioni di interesse veterinario come la dispnea (difficoltà respiratoria), le affezioni cardiovascolari, l’ipertensione, il diabete mellito e i problemi muscolo scheletrici. Inoltre, può aumentare il rischio connesso all’anestesia e agli interventi chirurgici, predisporre i felini alla lipidosi epatica e causare un’intolleranza al caldo.

Segni di obesità: se non si riescono ad apprezzare le costole con la palpazione e sono presenti notevoli depositi di grasso addominale e inguinale, il gatto è obeso.

Cosa fare

  • Aumentare il livello di attività fisica incrementando il gioco o adottando un altro gatto affinché possano giocare insieme.
  • Non esagerare con l’alimentazione, in particolare se il gatto è sterilizzato, non esce e tende ad avere una vita sedentaria, moderare l’apporto calorico.

Calcolo del fabbisogno calorico giornaliero di mantenimento, del gatto adulto con un livello di attività ridotto o moderato:

Kcal da somministrare = (peso corporeo in Kg x 30) + 70

Ai gatti obesi si dovrebbe somministrare il 66% del valore calcolato per il fabbisogno calorico di mantenimento fino al raggiungimento del peso ottimale. Si sconsigliano diete fai da te, è sempre meglio un consultare il veterinario, anche per escludere eventuali concomitanti patologie.

Note: nel gatto l’ipotiroidismo è estremamente raro e il vet non lo diagnostica se non in presenza di altri evidenti segni clinici specifici (alopecia del tronco, bradicardia, abbassamento della temperatura corporea, ipercolesterolemia a digiuno, anemia non rigenerativa di lieve entità).

17 marzo 2012

Se il gatto si gratta o perde il pelo (alopecia)

Per “alopecia” si intende l’assenza di pelo da zone di cute dove questo dovrebbe essere presente. Può essere la conseguenza di una scarsa produzione di pelo o più comunemente di una sua eccessiva perdita.
L’alopecia del tronco è tipicamente bilaterale e simmetrica. Si osserva comunemente nella parte ventrale dell’addome; successivamente può coinvolgere la superficie posteriore degli arti pelvici, soprattutto al di sopra del tarso. Altre zone che possono essere interessate sono l’area situata appena cranialmente alla base della coda e di fianchi. In alcuni gatti, risultano colpiti tutti questi settori e le lesioni possono confluire, determinando la comparsa di un’alopecia diffusa a tutta la metà caudale del tronco. Uno degli aspetti più importanti è stabilire se sia presente o meno il prurito, per rendersi conto se l’alopecia è autoindotta. È necessario osservare se il gatto tende a leccarsi, grattarsi, mordicchiarsi o toelettarsi in modo eccessivo. Tenendo conto che molti gatti assumono questi comportamenti solo quando non sono osservati, non è possibile stabilire con certezza la presenza del prurito. Tuttavia si tratta di un indizio utile ai veterinari per la diagnosi.


Alopecia autoindotta: possibili cause
  • Atopia
  • Dermatite da allergia alle pulci
  • Alopecia psicogena
  • Allergia alimentare
  • Dermatofitosi
  • Infestazione da Cheyletiella
  • Demodicosi
  • Accumulo di materiale nei sacchi anali
  • Infestazione da Sarcoptes
  • Localizzazione al tronco di acari auricolari

Alopecia non autoindotta: possibili cause
  • Stress: interventi chirurgici, malattie sistemiche, febbre, stress ambientali
  • Perdita anagena
  • Perdita telogena
  • Iperadrenocorticismo
  • Ipertiroidismo
  • Alopecia endocrina

Trattamento
La caduta del pelo a livello del tronco non è una condizione potenzialmente letale. Se non è presente il prurito, il problema è più estetico che clinico.
E’ importante che il veterinario identifichi la malattia primaria, per quanto possibile, ed eventualmente trattarla di conseguenza.
In alcuni gatti si riscontra l’alopecia di origine psicogena; non esiste alcun test che permetta di identificarla. Il veterinario formula la diagnosi per esclusione. L’alopecia psicogena può associarsi anche all’alopecia pruriginosa del tronco e complicarla.
Cosa fare

Se il problema non si risolve entro qualche settimana o il gatto manifesta contemporaneamente dei sintomi preoccupanti (dimagrimento, anoressia, letargia, ecc.), consultare il veterinario.

Cosa fa di solito il veterinario
  • Anamnesi: la distinzione fra alopecia autoindotta (comprese le forme dovute al prurito)e non autoindotta è di importanza fondamentale per il resto dell’indagine diagnostica.
  • Tricogramma: si tratta dell’esame microscopico delle estremità distali dei peli presenti all’interno dell’area alopecica. Il riscontro di punte spezzate indica che la caduta del pelo è autoindotta.
  • Risposta alla somministrazione di steroidi: si può presumere che i gatti che rispondono alla terapia con steroidi siano affetti da forme di natura pruriginosa. In questo caso il veterinario prenderà in considerazione le seguenti malattie: atopia, dermatite da allergia alle pulci, infestazione da Cheyletiella, demodicosi, infestazione da Sarcoptes e localizzazione al tronco di acari dell’orecchio. I gatti con allergia alimentare possono manifestare una risposta di breve durata (pochi giorni) dall’iniezione di steroidi ad azione deposito.
  • Test intradermico per la valutazione della reazione all’antigene delle pulci o rigoroso controllo dell’infestazione: questi test possono essere utilizzati per documentare una dermatite allergica da pulci.
  • Test intradermico con antigeni vari: utilizzato per la diagnosi dell’atopia.
  • Colture micotiche: la dermatofitosi può essere causa di lesioni cutanee e perdita di pelo, con aspetti clinici molto differenti.
  • Prove diagnostiche con diete speciali ipoallergiche: il gatto deve essere alimentato per almeno quattro settimane e preferibilmente per otto settimane con un prodotto che non ha mai assunto in precedenza. Dal momento che la componente della dieta che ha le maggiori probabilità di risultare antigenicamente attiva e quella proteica, e di importanza fondamentale utilizzare una fonte originale di proteine.
  • Preparati allestiti con nastro adesivo: da esaminare il microscopio per l’identificazione di Cheyletiella.
  • Se la prova con nastro adesivo risulta negativa, il veterinario può prendere in considerazione la somministrazione di un antielmintico, soprattutto se il gatto proviene da un ambiente affollato quale ad esempio un gattile o o vive all’aperto.
  • Raschiato cutaneo: per rilevare Demodex, Sarcoptex ed acari auricolari.
  • Svuotamento dei sacchi anali: nel gatto, le loro ascessualizzaione è rara. L’accumulo di materiale all’interno di queste strutture fa sì che l’animale si lecchi eccessivamente la zona intorno all’area perineale.
  • Determinazione dei livelli sierici totali di T4: il veterinario esclude così la presenza di un ipertiroidismo, soprattutto nei gatti con più di 10 anni di età.

Prognosi
La prognosi dipende dalla causa dell'alopecia, dalla corretta formulazione della diagnosi da parte del veterinario e dall’adeguato trattamento della malattia primaria. Comunque, non si tratta di una condizione patologica potenzialmente letale.

16 marzo 2012

Se il gatto ha la diarrea

Considerazioni generali
La diarrea è dovuta ad un eccesso di acqua nelle feci. Dal punto di vista fisiopatologico, se ne riconoscono quattro tipi: osmotica, secretoria, da alterazione della permeabilità (essudativa) o da alterazione della motilità. La prima è causata da un aumento dei soluti non assorbiti all’interno del lume gastroenterico, che porta ad un incremento del contenuto di acqua. Questo aumento dei soluti non assorbiti può essere dovuto a iper- alimentazione, maldigestione /malassorbimento (ad esempio in caso di insufficienza del pancreas esocrino o linfangectasia) ed affezioni della mucosa del tenue (ad esempio, in caso di infiammazioni intestinali). La diarrea secretoria è causata da un’eccessiva secrezione di fluidi nel lume gastroenterico. A sua volta, questa può essere dovuta a enterotossine batteriche, agenti agonisti colinergici, acidi biliari deconiugati ed idrossiacidi grassi. L’alterazione della permeabilità è provocata da un processo patologico che danneggia o distrugge la mucosa gastroenterica, portando alla comparsa di una maldigestione, malassorbimento e fuoriuscita di fluidi, elettroliti e particelle di grandi dimensioni nel tratto gastroenterico, con conseguente diarrea. Le alterazioni della permeabilità possono essere causate da ulcere /erosioni (ad esempio , da farmaci antinfiammatori non steroidei ed epatopatie) , infiammazioni (ad esempio in caso di enterite virale o infiammazione intestinale) e processi infiltrativi della mucosa (come nel linfoma). Le alterazioni della motilità esitano nella diarrea perché riducono l’assorbimento dei liquidi diminuendo la durata del periodo di contatto fra l’epitelio intestinale deputato all’assorbimento e il contenuto del viscere (riduzione del tempo di transito gastroenterico). Nella maggior parte dei casi, la causa è rappresentata da un calo della segmentazione ritmica o, molto meno comunemente, da un aumento della peristalsi. Le alterazioni della motilità possono innescare altri meccanismi della diarrea e solo raramente rappresentano il disordine primario responsabile della condizione, come nel caso della sindrome del colon irritabile e della disautonomia. Con la determinazione dei meccanismi fisiopatologici che provocano la diarrea, il veterinario identifica la migliore terapia di sostegno iniziale per il paziente. Classificare la diarrea in base a cronicità, gravità e localizzazione anatomica è per il veterinario clinicamente utile per stabilirne l’eziologia o la causa specifica. Ciò contribuisce ad orientare il veterinario verso il miglior approccio diagnostico iniziale ed inoltre permette di impostare un primo piano terapeutico. La diarrea va distinta in acuta e cronica, grave ma non grave e del tenue o del crasso. Il limite fra una diarrea acuta ed una cronica può essere fissato nella durata di 2-3 settimane. I parametri relativi alla gravità sono la perdita del 10% o più del peso corporeo, la disidratazione del 3-5% o più, il riscontro di significative compromissioni della mucosa (diarrea emorragica), la presenza di gravi disturbi elettrolitici ed una piressia (febbre) superiore a 40 °C. La valutazione dei pazienti con diarrea deve poi proseguire con la verifica delle specifiche malattie considerate probabili sulla base dei criteri precedentemente esposti. L’elenco delle possibili diagnosi differenziali comprende malattie sia gastroenteriche che non gastroenteriche, dal momento che molte malattie metaboliche, neoplastiche ed infettive/ infiammatorie si possono manifestare con segni di interessamento dell’apparato digerente anche se questo non è primariamente coinvolto.
Possibili cause di diarrea
Cause gastroenteriche:
Enterocolite aspecifica
Intolleranza alimentare
Allergia alimentare
Tossine
Malattie infettive (Salmonella, Campylobacter)
Parassitosi (Nematodi, Giardia, Cryptosporidium)
Infiammazioni intestinali
Neoplasie (linfoma, carcinoma ed altre)
Cause non gastroenteriche:
Ipertiroidismo
Insufficienza renale
Insufficienza del pancreas esocrino
Epatopatie
Neoplasie non gastroenteriche
Malattie FeLV/FIV-correlate
Cosa fareSe il gatto beve, mangia, non manifesta altri sintomi preoccupanti ed ha più di 7 mesi, prima di portarlo dal veterinario, provate a somministrargli dei fermenti lattici per 2 volte al giorno (enterogermina perchè priva di aromi ed additivi, mezza fiala al mattino e mezza alla sera) e modificate l'alimentazione che dev'essere il più possibile leggera e a base di carne cruda fresca, può essere utile qualche ora di digiuno. Evitare i cibi industriali (soprattutto le scatolette contenenti salse e sughi) ed i latticini. In caso il gatto abbia meno di 7 mesi e la diarrea sia particolarmente grave e/o associata a vomito ripetuto, consultate immediatamente il veterinario (i gattini si disidtratano in poche ore e ciò può condurli rapidamente a morte). Nel dubbio consultate comunque il veterinario, meglio un consulto in più che un gatto sulla coscienza.

Cosa fa di solito il veterinario
  • Dati di base (esame emocromocitometrico completo, profilo biochimico ed analisi dell’urina): il veterinario effettua una valutazione dei dati analitici di base per verificare l’eventuale presenza di epatopatie (iperbilirubinemia, diminuzione dell’azotemia, aumento di ALT, ALP e GGT e bilirubinuria), nefropatie (aumento dell’azotemia, dell’uremia e della creatininemia con diminuzione del peso specifico dell’urina), segni di ipertiroidismo aumento dei livelli di ALT o ALP, il lieve incremento dell’ematocrito, basso peso specifico dell’urina) e segni di linfoma (occasionale riscontro di linfoblasti circolanti ed anemia). L’enteropatia proteino-disperdente, che può essere dovuta a cause diverse, è un riscontro raro nei gatti con diarrea (ipoalbuminemia, ipoglobulinemia).
  • Esame coprologico: flottazione in solfato di zinco per la ricerca di nematodi e Giardia.
  • Determinazione dei livelli totali di T4: il veterinario dovrebbe eseguire questo test in tutti gatti con più di 10 anni di età che presentano diarrea, per verificare l’eventuale presenza di un ipertiroidismo.
  • Test FIV/FeLV: questi esami non confermano le specifiche malattie, ma sono buoni indicatori della probabilità che siano presenti altre affezioni.
  • Ricerca di Cryptosporidium nelle feci

Nei gatti con diarrea cronica e in quelli con diarrea acuta e grave è indicata un’indagine diagnostica completa. I pazienti colpiti da forme acute non gravi, invece, possono essere trattati con una semplice terapia di supporto, senza esami approfonditi, se l’esame delle feci e i test di valutazione rapida (determinazione di ematocrito, proteine totali, glicemia, azotemia ed esame delle urine mediante strisce reattive e misurazione del peso specifico dell’urina) non forniscono indicazioni particolari.
Trattamento
  • Trattamento della causa primaria: è la chiave per la risoluzione definitiva del problema.
  • Somministrazione di antielmintici: questi farmaci sono indicati sia nei gatti che vivono in casa che in quelli tenuti all’aperto, qualora l’esame coprologico risulti positivo o nel caso sia fortemente probabile un’infestazione da elminti. Si ricorda che gli antielmintici e tutti i farmaci in genere sono tossici (per il gatto in particolare) e vanno usati con cautela e solo se strettamente necessario, soprattutto in animali già debilitati o anziani.
  • Alimentazione: in caso di diarrea osmotica o da alterazione della permeabilità il veterinario potrebbe consigliare la sospensione dell’assunzione del cibo per 24-48 ore, con somministrazione per via orale di soluzioni glucosate, aminoacidiche ed elettrolitiche, oltre all’acqua. Se invece la diarrea è di tipo secretorio, la sospensione dell’assunzione del cibo non apporta alcun beneficio. In questo caso può essere opportuno offrire al gatto cibi freschi e leggeri (potrebbe essere indicata la carne fresca cotta al vapore).
  • Fluidi ed elettroliti: la somministrazione di fluidi di elettroliti mediante infusione endovenosa, sottocutanea o per os va basata sul grado di disidratazione e sulla quantità di fluidi persi con le feci.
  • Somministrazione di probiotici (fermenti lattici vivi) x os
  • Acidi grassi omega-3: è stato dimostrato che questi acidi grassi esercita un effetto antinfiammatorio sul tratto gastroenterico e possono risultare utili per il trattamento del infiammazioni intestinali. L’integrazione con acidi grassi omega-3 può essere normalmente inserita nella formulazione di alcuni alimenti commerciali per gatti o meglio ottenuta, qualora non controindicato, da una alimentazione ricca di pesce (in particolare salmone, trota, sgombro, acciuga).