30 ottobre 2011

Adottare un gatto



Chi adotta un micio da un gattile, ne salva in realtà due, quello che viene adottato e quell’altro che può venir accolto al suo posto. Nonostante le campagne di sterilizzazione e la sensibilizzazione contro l’abbandono, continuano ad essere molti i mici che cercano una casa, sia nei gattili che per le strade.
Se adottate il micio in un gattile, preferite uno già adulto se avete bambini o se il gatto verrà adottato da una persona di una certa età (così non si faranno male a vicenda!). Prendete il gatto con cui sentite di avere più feeling, lasciate che sia lui a scegliere voi e non viceversa.
Quando ne trovate uno per la strada, accertatevi che voglia davvero venire a casa con voi (molti gatti hanno un temperamento poco adatto a vivere in casa) e che non appartenga a qualcuno (case vicine) e comunque lasciate sempre un bigliettino dove scriverete che l’avete adottato voi. Molto probabilmente appartiene a qualche colonia felina nei paraggi: chi lo nutre, non vedendolo più potrebbe preoccuparsi e rattristarsi credendo che abbia fatto una brutta fine… invece sarà felice quando verrà a sapere che Voi lo avete adottato dandogli un futuro migliore. Non asportate cuccioli “da latte” o intere cucciolate: se vedete i micini tranquilli, magari dormienti, significa che la madre è nei paraggi. Non toccateli, la madre potrebbe allarmarsi avvertendo un odore sconosciuto ed arrivare nel peggiore dei casi ad abbandonarli. Qualora doveste constatare che i micini miagolano per ore ed ore o per un giorno intero, è il caso di preoccuparsi, la gatta non ritorna perchè potrebbe esserle accaduto qualcosa, solo allora potrete prenderli e consegnarli al Gattile, all’Enpa o a chi se ne può prendere cura e/o farli adottare. Mai accettare se qualcuno insiste nel davi un gattino che prende ancora il latte dalla gatta e non è svezzato, non pensate di sostituirvi alla madre perchè mettereste in serio pericolo la salute e la vita del gattino: aspettate qualche mese e lo prenderete in seguito, quando sarà ben svezzato. Una separazione precoce dalla madre può causare permanenti problemi di salute ai gattini, problemi comportamentali e a volte la morte. Quanto più precoce è la separazione tanto è maggiore il rischio e tante più attenzioni dovranno essere dedicate al gattino. E’ importantissimo far stare i micetti il più possibile con la gatta per garantire un sano ed equilibrato sviluppo fisico e comportamentale. Quindi se adottate un gattino di cui conoscete la madre e sapete che è presente, aspettate che abbia 2,5-3 mesi (almeno 2 mesi) prima di portarlo via. Una volta adottato, se l’avete preso in strada, è buona prassi farlo vedere dal veterinario che controllerà lo stato di salute ed eventualmente provvederà alla sverminatura (quasi tutti i gattini nati da madri che vivono all’aperto sono infatti infestati da vermi).
Quando adottate il gatto da un gattile o da altro luogo molto affollato, c’è la possibilità che abbia in incubazione qualche malattia che potrebbe manifestarsi dopo alcuni giorni che lo avrete preso, perciò ai primi sintomi andate da un veterinario: ricordate che lo stress del cambiamento può scatenare malattie nei gatti, di lieve o grave entità. Se vi accorgete di non trovarvi bene con quel micio e avete cambiato idea, nel senso che non lo volete più e nessuno lo vuole adottare, restituitelo a chi ve lo ha dato; non essendo questo possibile, affidatelo ad un gattile, oppure parlate con un/una gattara responsabile di qualche colonia felina e chiedete se ve lo può accogliere. Non lasciatelo mai per strada! Al contrario di ciò che alcuni pensano, il gatto in una città non si arrangia.
Sappiate che prendere un gatto è un impegno, il micio non è un giocattolo da regalare ai bambini o agli adulti, se è piccolo crescerà, è probabile che si affilerà le unghie sul vostro divano, che vi farà la pipì in giro o che non avrà il carattere che desiderate (per es. potrebbe essere schivo). Quando e se si ammalerà dovrete portarlo dal veterinario e occuparvi di lui, ricordate… adottare un micio è una decisione importante, se lo fate, dovrete essere sicuri di garantirgli una vita dignitosa (un gatto domestico può vivere anche oltre 20 anni) e di non abbandonarlo o sbolognarlo a gente impreparata. 

29 ottobre 2011

Alimentazione del gatto: domande e risposte





Quali cibi sono consigliati e cosa invece è meglio evitare o usare con moderazione?


Le multinazionali produttrici di mangime umido e di crocchette per gatti forse mi odieranno per questo ma non mi stuferò mai di ripetere, assieme a quei pochi veterinari non di parte, che gli alimenti migliori per il gatto sono quelli freschi e non quelli industriali. Carne e/o pesce freschi non dovrebbero mai mancare nell’alimentazione di un gatto, se teniamo davvero alla sua salute. Vanno bene tutti i tipi di carne e pesce, somministrati sia crudi che appena sbollentati. La carne dev’essere molto fresca ed il pesce (anche decongelato va bene) deve venir ripulito dagli intestini e risiacquato con abbondante acqua corrente (spesso in pescheria i pesci vengono trattati con additivi che potrebbero procurare il vomito o rendere l’alimento poco gradibile). Se il pesce è cotto, fate molta attenzione a togliere le spine che possono essere molto pericolose per i gatti. Certi gatti non amano il pesce, altri sono disgustati da teste ed intestini che vi consiglio di togliere preventivamente, se non volete trovarvi a raccoglierli per tutta la casa! Umidi (scatolette) e crocchette potrebbero essere utili per variare l’alimentazione del gatto ed apportare un beneficio per la masticazione (crocchette) ma non dovrebbero costituire l’unico alimento del gatto (vi piacerebbe mangiare ogni giorno sempre e soltanto cibi in scatola, pieni zeppi di additivi? non solo vi stufereste presto ma probabilmente il vostro fegato urlerebbe!). Fegato e fegatini non dovrebbero venir somministrati più di 2 volte per settimana a causa del loro elevato contenuto in vitamina A, potrebbero verificarsi delle iper-vitaminosi. Evitate i cibi fritti e quelli troppo elaborati (sughi e intingoli tanto amati dagli umani). Non aggiungete mai il sale al cibo del gatto, danneggerebbe i suoi delicati reni. 

La carne di maiale fa male al gatto? 


No, il gatto può mangiare la carne di maiale esattamente come gli altri tipi di carne. Un tempo i veterinari sconsigliavano di somministrare tali carni (soprattutto se non ben cotte) per scongiurare il pericolo di infestazione da Trichinella, un parassita appartenente al Phylum dei Nematodi (vermi cilindrici) e responsabile di una grave malattia detta trichinosi. Vista la normativa severissima in materia di igiene degli allevamenti è oggi estremamente difficile se non impossibile trovare al supermercato della carne di maiale infestata da Trichinella (e da altri parassiti). Se poi la carne viene cotta il rischio diventa praticamente nullo.

Si può dare la carne cruda al gatto?

Sì. La carne cruda è l’alimento ideale per il gatto. Per il discorso parassiti vale quanto affermato sopra per la carne di maiale.


Il pesce crudo fa male al gatto?

No, salvo casi di intolleranze individuali, il pesce crudo apporta benefici alla salute del gatto. Validissima fonte proteica, è inoltre ricco di acidi grassi omega-3 e vitamine. E’ un alimento leggero, fresco ed appetibile, soprattutto d’estate, anche se è vero che non tutti i gatti gradiscono il pesce. Solo in alcuni casi il pesce crudo può far male: non viene risciacquato a dovere (purtroppo il pesce in pescheria viene trattato con alcuni additivi!) ed il gatto, se lo mangia, poi lo vomita. Negli intestini del pesce fresco può essere presente un pericoloso parassita, l' Anisakis: per evitare pericoli ripulire il pesce dagli intestini, lavarlo bene e controllare che non vi siano dei sottililissimi "vermi" trasparenti (le larve del parassita).


E' meglio dare cibi crudi o cotti?

Siamo logici: nessun felino in natura, che sia un gattopardo, una tigre o un puma ha mai preferito il più appetitoso arrosto alla carne fresca e cruda della vittima. Il gatto è troppo vicino a quei liberi cugini per non avere, d'istinto, gusti simili ai loro. A priori ammettiamo dunque un primo principio: alimenti crudi. Quelli cotti vanno anche benissimo, l'importante è però variare e rispettare i gusti del nostro amico.
 


Quali pesci scegliere?

Dipende dai “gusti” dei vostri gatti! Di solito vanno benissimo le alici crude, se il gatto le gradisce. Molti gatti tendono a lasciare teste ed intestini, quindi sarebbe meglio privare i pesci delle teste e comunque ripulirli dagli intestini per evitare pericolosi parassiti. Vanno bene anche i ghiozzi, piccoli sgombri, calamari, triglie e anche pesci più grandi (che taglierete a trancetti se sono troppo grandi). Freschi o decongelati, l’importante è sempre risciacquarli bene con acqua corrente per togliere eventuali residui di additivi.


Le spine del pesce possono essere pericolose?

Se il pesce è cotto, le spine possono essere pericolose per i gatti, possono incastrarsi nella bocca o in gola procurando danni più o meno seri. Attenzione anche ad opercoli e spine branchiali di alcuni pesci, a volte pericolose anche sul pesce crudo. Le spine del pesce crudo sono generalmente tenere ed elastiche e hanno una minore probabilità di causare problemi rispetto a quelle del pesce cotto.
…e le ossa nella carne?

Vale lo stesso discorso fatto per le spine del pesce, le ossa della carne cotta (specie se di pollo) vanno accuratamente tolte per evitare problemi.



Posso dare al gatto la pastasciutta o il riso? 


Il gatto è un carnivoro ed il suo apparato digerente non è adatto a digerire gli amidi presenti in questi alimenti che in linea di massima andrebbero evitati. Si può però somministrarglieli (se graditi!) scotti e sempre mescolati a carne o pesce in abbondanza, specie d'inverno e se il gatto ha una vita movimentata all'aperto. La cottura prolungata rende la pasta ed il riso più digeribili per i nostri felini. Evitate di dar loro pasta o riso in bianco: non li gradirebbero e andrebbero incontro a gravi carenze nutrizionali.


Latte sì o no?

In alcuni stati particolari (gravidanza, allattamento) o per semplice preferenza, alcuni gatti potrebbero gradire il latte: non somministratelo mai puro, soprattutto se intero ma sempre diluito con acqua al 50%. Alcuni gatti potrebbero non tollerarlo, in caso di diarrea, evitate il latte.


Erba 


I gatti hanno bisogno di mangiare anche dei vegetali di tanto in tanto, per pulire l’intestino e liberarsi dal pelo ingerito attraverso il vomito (gomitolo). Se avete un giardino e/o il vostro gatto ha la possibilità di uscire, sarà lui stesso a trovare l’erba di suo gradimento, se invece il gatto vive in un appartamento è necessario tenere uno o più vasi di erba, che può essere erba gatta (molto gradita e di facile reperimento) ma anche semplicemente una zolla d’erba di campagna (attenzione a dove la prelevate: inquinamento e pesticidi potrebbero fare molto male!) 

23 ottobre 2011

Scorpioni: nessun pericolo per l'uomo

Euscorpius italicus 

Euscorpius tergestinus

Euscorpius flavicaudis

In Italia vivono diverse specie di scorpioni tutti del genere Euscorpius e non pericolosi per l’uomo,
nonostante possano pungerlo. L’Euscorpius italicus è la specie più grande è può raggiungere i 50
mm di lunghezza. E’ di solito di colore nero o marrone ed è la specie più frequentemente ritrovabile
in ambienti frequentati dall’uomo (case, legnaie, cantine). L’ Euscorpius flavicaudis è diffuso in
prevalenza nel settore occidentale e tirrenico. E’ una specie di grandi dimensioni (dai 35 ai 45 mm)
e predilige i luoghi umidi e i prati molto più della specie italicus, ma è possibile ritrovarlo in ruderi,
sotto pietre e in manufatti umani. Euscorpius tergestinus è diffuso nel nord-est della Penisola ed è
solitamente di colore chiaro. Gli scorpioni italiani hanno scarsa o nulla aggressività nei confronti
dell’uomo e un veleno quasi innocuo e dagli effetti comunque inferiori alla puntura di un
imenottero (ape, vespa). Modesto dolore, modesto gonfiore solo per gli esemplari più grossi. Fanno
eccezione, come per le punture degli imenotteri, i soggetti allergici al veleno di scorpione che
possono reagire in modo sproporzionato ad un veleno di per se debole. Sono animali timidi e
rigorosamente notturni; di notte, infatti, diventano molto attivi, esplorano il territorio accuratamente
e sono decisamente vivaci. Hanno bisogno di umidità e in ambienti troppo secchi non sopravvivono.
A dispetto di quanto li si dipinga aggressivi gli scorpioni non sono affatto desiderosi di pungere anzi,
il fatto stesso di averli stanati, li terrorizza quasi fino a paralizzarli, e di solito si possono raccogliere
senza problemi mentre mantengono una posizione contratta di difesa, con zampe raccolte contro il
corpo e “coda” piegata minacciosamente sulla schiena (si possono anche prendere a mani nude
afferrando tra due dita proprio la “coda”, ma per sicurezza e per non danneggiarli è più pratico usare
una piccola scatola in cui farli cadere). Se poi uno scorpione vi cammina su una mano non pungerà
mai il substrato su cui poggia le “zampe” per cui tranquilli! Dunque, se vi imbattete in uno
scorpione, niente crisi di panico, niente urli, né morti o feriti… se non li sopportate, basterà
allontanarli dall’abitazione, senza ucciderli, con l’aiuto (per es.) di un cartoncino su cui farlo salire.
Se volete tenerli lontani cercate di rendere l'ambiente per loro invivibile (basta che sia caldo, secco e luminoso) e/o affidatevi ai dissuasori ultrasonici.
Ricordate inoltre che gli scorpioni sono degli abili predatori che vi libereranno dagli insetti “fastidiosi”
(larve della farina, zanzare). Speriamo quindi che d’ora in poi qualcuno di voi sappia guardare con
occhio più amichevole e privo di pregiudizi questi fossili viventi che hanno visto nascere e
scomparire i dinosauri!


Manuela Cassotta, Comitato Scientifico MI.F.A. Onlus. 
Fonti bibliografiche: Spider biology. 
Week course offering at Stone
Laboratory, The Ohio State University,Summer 2007 July 8 – 14.
Associazione Italiana di Aracnologia -www.aracnofilia.org

11 ottobre 2011

Gattini con occhi malati: come aiutarli


A volte i gattini, specie quelli che vivono in comunità o colonie feline, possono sviluppare delle infezioni che si evidenziano con occhi gonfi, arrossati e pieni di muco, a volte chiusi. La congiuntivite può essere anche accompagnata da scolo nasale, stranuti, deperimento. Si può trattare di infezioni virali e/o batteriche (di solito da Calicivirus, Herpes virus e/o Chlamydia) sovente complicate da sovrainfezioni di vario tipo. Tali affezioni oculari necessitano di un tempestivo, duraturo e costante trattamento poiché nella migliore delle ipotesi esitano in cecità totale o parziale permanente, inoltre l'infezione può determinare immunosoppressione esponendo i gattini ad ulteriori gravi infezioni o estendersi ad altri organi come i polmoni, determinando frequentemente la morte dei gattini.

E' sempre consigliabile consultare un veterinario ma nell'attesa del suo intervento o nel caso questo non fosse accessibile ecco cosa bisogna fare:
  • Pulire delicatamente ed accuratamente gli occhi del gattino con un batuffolo di ovatta bagnato con acqua appena tiepida (o camomilla) ed olio. Bisogna cercare di aprire delicatamente le palpebre del gattino di modo che non rimangano incollate ed incrostate. Si ammorbidisce con l'olio e si pulisce meglio che si può: in questo modo impediremo che gli occhi restino chiusi e che la situazione peggiori ulteriormente.

  • A questo punto dovreste consultare un veterinario che vi prescriverà una crema antibiotica per gli occhi del gattino e dovrete applicare la crema 3 volte al giorno, ogni giorno (sempre dopo aver pulito gli occhi come spiegato sopra!) fino a completa guarigione. Possono essere necessarie anche diverse settimane per una guarigione completa. Se non avete la possibilità di raggiungere un veterinario che vi possa fare la ricetta, potete procurarvi l'unguento oftalmico "colbiocin", una crema antibiotica per uso anche umano: la trovate in farmacia per pochi euro o ve la può prescrivere il medico di base. E' importante non sospendere la pulizia ed il trattamento prima della completa guarigione perché sono frequenti le ricadute e gli esiti cicatriziali sulle cornee.

Come applicare l'unguento

Il farmaco deve essere applicato nell'occhio precedentemente pulito, all'interno della palpebra inferiore con l'aiuto del dito ben lavato (su cui avrete precedentemente versato una quantità abbondante di unguento). L'unguento va distribuito chiudendo delicatamente le palpebre del gattino e massaggiando quel poco che serve per distribuire il farmaco all'interno. Per svolgere al meglio questa operazione, soprattutto se non siete pratici e/o se il gattino non collabora, sarebbe meglio essere in due: uno tiene fermo il gattino per la collottola e l'altro applica l'unguento. Se si è soli bisogna compiere le stesse operazioni con una sola mano, ricordandosi di versare sul dito l'unguento prima di prendere il gattino per la collottola. Non cercate di applicare la crema direttamente dal tubetto poiché oltre ad inquinare il prodotto rendendolo poi inutilizzabile, rischiereste seriamente di acciecare il gattino con il beccuccio.

Se avete a che fare con intere cucciolate e solo alcuni mici presentano gli occhi malati, tenete sotto osservazione tutti poiché queste patologie sono molto contagiose nei gattini: più tempestiva è la cura e più sarà rapida la guarigione con minor probabilità di conseguenze negative durature o permanenti.


10 ottobre 2011

Obbligatorio soccorrere gli animali feriti sulle strade

I guidatori devono sapere che  l’art. 189-bis del riformato Codice della Strada (del 29 Luglio 2010) prevede l’obbligo di soccorso per gli animali feriti sulle strade e che sono previste sanzioni salatissime per i trasgressori. Investire un animale e proseguire come nulla fosse,  senza soccorrerlo, oppure assistere a tutto ciò da spettatori senza intervenire in alcun modo per aiutare l’animale né per denunciare il responsabile non è solo una vergogna ma anche un reato (omissione di soccorso). Finalmente i pirati della strada non potranno più fuggire impuniti,  si spera che anche le istituzioni e le autorità competenti collaborino sanzionando tutti i trasgressori.